Bebè su misura, Sirchia sott´accusa
A Pavia embrioni "scelti" per curare il fratellino malato
Il metodo usato è stato taciuto dai medici per non violare la privacy dei genitori
La selezione si è svolta in Turchia per effettuare il trapianto. Scoppia il caso: "Il ministro ora si dimetta"
ROMA - Dal trionfo alla richiesta di dimissioni in meno di 24 ore. Giornata strana, per il ministro della Salute Girolamo Sirchia. In mattinata, la soddisfazione per la celebrazione, sui giornali, del successo del trapianto di cellule staminali che aveva salvato la vita di un bimbo lombardo di cinque malato di talassemia. Poche ore più tardi la bufera, scoppiata quando si è scoperto che i fratellini di S. - donatori dei cordoni ombelicali da cui sono state tratte le cellule - sono nati dopo un intervento di procreazione assistita preceduto da diagnosi pre-impianto dell´embrione. Intervento eseguito in Turchia perché vietato dalla nuova legge italiana sulla fecondazione.
Dettaglio non secondario. I genitori del piccolo non sono stati semplicemente fortunati (avevano 18 possibilità su cento di concepire un figlio non malato di talassemia, appena tre su cento di partorirne due): hanno potuto scegliere, fra dodici embrioni, i due sani a cui se ne è aggiunto un terzo che dalle analisi è risultato incapace di trasmettere la talassemia. In sostanza: hanno deciso di avere altri figli perché, pur essendo a rischio, avevano la certezza medica che sarebbero nati sani. E dunque in grado di aiutare il fratellino a sopravvivere.
Il particolare è stato però taciuto, durante la conferenza stampa di Milano, alla quale ha partecipato il ministro in persona. Che fra l´altro è proprio il fondatore della «cell factory» nei cui laboratori le cellule staminali sono state moltiplicate. Perché? «Non lo sapevo», ha spiegato Sirchia. «Non l´ho rivelato solo per rispettare la privacy della madre, che mi ha chiesto di non entrare nel merito del concepimento dei gemellini», ha detto il direttore di Oncoematologia pediatrica del San Matteo di Pavia Franco Locatelli. Che lunedì aveva glissato sulle insistenti domande dei giornalisti dicendo di aver visto la donna solo al quarto mese di gravidanza.
Spiegazioni non convincenti, secondo i Radicali e la Sinistra. Le richieste di dimissioni fioccano. «Sirchia non si è fatto scrupolo di celare questo episodio, ingannando medici, malati e cittadini», ha attaccato il segretario radicale Daniele Capezzone. Rilanciando la denuncia sul presunto conflitto di interessi del ministro, che lo scorso 4 agosto ha finanziato con 400mila euro il centro trasfusionale di immunologia dei trapianti dell´Ospedale Maggiore di Milano, struttura per la quale ha a lungo lavorato. «È ora che il ministro si dimetta», ha concluso Capezzone.
Richiesta identica a quella arrivata dalle Sinistre ma anche da Alessandra Mussolini. «Nessuno avrebbe mai pensato di proporre il dottor Jeckyll come ministro della Sanità ma siamo costretti a pensare che a noi italiani è capitato qualcosa di simile», ha detto la senatrice Maria Rosaria Manieri (Sdi). «Sirchia si deve dimettere ha aggiunto Lanfranco Turci (Ds) - per evidente incapacità o, peggio, per essere responsabile di un inaccettabile tentativo di manipolazione dell´opinione pubblica, che ora si è trasformato in un clamoroso autogol». A difendere Sirchia sono rimasti in pochi. E fra questi soprattutto i centristi della maggioranza: «Polemiche strumentali», ha chiosato Luca Volonté, capogruppo Udc alla Camera.
Il caso Pavia, ha comunque riaperto le polemiche sulla legge proprio mentre si intensifica la raccolta firme per i referendum abrogativi. La vicenda di S. ha infatti dimostrato l´utilità della diagnosi pre-impianto. E i suoi sostenitori sono tornati allo scoperto. «Abbiamo smesso di eseguire questi trattamenti in Italia prima dell´approvazione della legge per evitare ogni eventuale problema alle coppie. Ma il caso di Pavia non è l´unico che abbiamo seguito in Turchia: oggi altri bimbi "su misura" sono nati o sono in arrivo per salvare fratellini o sorelline malati», ha spiegato Francesco Fiorentino, direttore del Centro Genoma di Roma, e autore della fecondazione assistita dei genitori di S.
Il risultato è che ora la questione referendum è di nuovo alla ribalta. I Radicali hanno protestato ieri davanti a Palazzo Chigi ribadendo l´invito a sottoscrivere i quesiti. Stesso appello dei Ds: «Servono 500mila firme per cancellare una legge pessima e pericolosa destinata a far soffrire milioni di coppie, mettendo a rischio la salute e la dignità delle donne».
Fonte: Repubblica 8 Settembre 2004