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Bimba nata senza tare ereditarie «Selezionata la cellula uovo sana»

BREVI pag. 20

Bimba nata senza tare ereditarie «Selezionata la cellula uovo sana»

GENETICA SPERIMENTATA IN ITALIA LA DIAGNOSI PRE-CONCEPIMENTO
ROMA — Una bella bambina di Rieti è la prima creatura venuta al mondo grazie a una tecnica di procreazione assistita che mette d’accordo etica e scienza. I genitori della piccina, nata a ottobre, erano considerati una coppia a rischio. La madre racconta: «Sapevo di essere portatrice della malattia di Charcot Marie Tooth, rara sindrome neurologica ereditaria. Una prima figlia — dice la donna — l’avevo avuta con la diagnosi pre-impianto sull’embrione, poi il desiderio di un secondo figlio. Non lo volevamo biondo con gli occhi azzurri, lo volevamo sano. Con la legge 40 siamo dovuti andare all’estero, a Istambul ma mai una gravidanza è andata in posto. Infine abbiamo trovato in Italia un centro di procreazione assistita che ha messo a punto la tecnica di selezione denominata diagnosi genetica pre-concepimento». Con questa procedura vengono isolate le cellule uovo sane prima del contatto con lo spermatozoo. Si potranno evitare analogamente altre malattie a trasmissione genetica, dalle gravi miastenie agli errori cromosomici che provocano ritardo mentale, fino alle patologie del sangue. La piccina per i medici è già una celebrità. L’équipe che le ha spalancato le porte della vita ha descritto il caso sulla rivista scientifica Prenatal diagnosis, e i risultati eclatanti sono stati annunciati ieri al congresso della Federazione italiana di Ostetricia e Ginecologia (Fiog) in corso a Roma: «La bambina è sana e la sua nascita è il primo successo — ha dichiarato l’ostetrico Massimo Moscarini, dell’ospedale Sant’Andrea di Roma, con la ginecologa Donatella Caserta della Sapienza e il biologo Francesco Fiorentino del laboratorio Genoma — altre due gravidanze sono state avviate nel frattempo, abbiamo potuto evitare la trasmissione della talassemia e della sindrome del cromosoma fragile. In entrambi i casi l’amniocentesi ha confermato che i feti sono sani». Con questa metodica la cellula uovo prelevata alla mamma può essere selezionata, l’analisi avviene mediante biopsia sul primo globulo polare, eliminato spontaneamente nel ciclo di maturazione della cellula progenitrice: «Aiutiamo le coppie nelle quali la donna è portatrice di difetti genetici — affermano i ricercatori — come la talassemia, la fibrosi cistica e la distrofia muscolare, così come in quelle dove la donna, vista l’età avanzata, rischia di concepire un bambino con la sindrome di Down». I limiti posti dalla legge 40, che impediscono la selezione a fini di eugenetica, non entrano in conflitto con questa sperimentazione. E al congresso di Roma gli specialisti parlano di una «via italiana» alla procreazione medicalmente assistita, che riporti in Italia quelle coppie sterili che si recano all’estero, dove la selezione cruenta sull’embrione è consentita. Alessandro Malpelo
Fonte: Resto del Carlino