ROMA - «Sono in arrivo altri sei bambini, concepiti con diagnosi preimpianto ed esame della compatibilità. Sei gravidanze prossime a concludersi. Noi offriamo l’ultima speranza a genitori che non si arrendono e sono pronti ad ogni sacrificio, soprattutto economico, per curare o salvare il figlio malato di talassemia o leucemia». Francesco Fiorentino, 39 anni, biologo molecolare con un centro a Roma e diverse consulenze all’estero, tra cui Istanbul, è appena tornato dalla Russia. È stato avvertito da un papà emozionatissimo della nascita del piccolo Antonio. Era stato lui a selezionare l’embrione da cui l’altr’anno è «sbocciato» un altro designer baby, turco stavolta. Le staminali del neonato sono state trapiantate nel fratello al San Matteo.
Fiorentino, perché lo fa, non è una violazione della legge italiana? « In Turchia questa tecnica è lecita, sono un libero professionista. Non lo faccio per soldi, al Memorial di Istanbul non sono pagato. Traggo però da questa attività arricchimento scientifico. Ho un centro a Roma dove rispetto i vincoli della legge italiana».
Come avviene la selezione degli embrioni? «A noi si rivolgono genitori portatori di malattie genetiche, con figli malati. Tra gli embrioni sani, creati in provetta con fecondazione artificiale, scegliamo quelli senza alterazioni e su questi facciamo l’esame dell’Hla, dal nome della regione del Dna che determina la compatibilità istologica. Gli embrioni scartati non vengono distrutti, restano nel congelatore, a disposizione delle coppie».
Margherita de Bac