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Fecondazione, a San Marino si discute

Notiziario NIP - News ITALIA PRESS agenzia stampa - N° 181 - Anno XI, 15 settembre 2004
Fecondazione, a San Marino si discute
La notizia di una clinica privata che sarebbe pronta ad attivare la fecondazione assistita in vitro con diagnosi preimpianto apre un dibattito

San Marino - La notizia - diffusa in queste ore da fonti d'informazione nazionale - che a San Marino una clinica privata avrebbe contattato Francesco Fiorentino, 38 anni, direttore del Centro Genoma a Roma, per avviare, già da ottobre, le tecniche di fecondazione in vitro con diagnosi genetica di pre impianto, ha suscitato numerose reazioni e un'interpellanza parlamentare oggi da parte della Democrazia Cristiana del Titano.

Ieri il Segretario di Stato per la Sanità, la Sicurezza Sociale, la Previdenza, gli Affari sociali, e le Pari Opportunità di San Marino Massimo Roberto Rossini ha diffuso una nota in cui, in via ufficiale, affermava che "Il Governo della Repubblica di San Marino non intende comunque istituire o favorire iniziative che possano creare tensioni o attriti con la Repubblica Italiana; che esso anzi opera con continuità per proseguire ed implementare le consuete e appropriate forme di reciproca collaborazione in campo sanitario".

Il problema è che da quando il Governo Italiano ha promulgato la legge 40 nel marzo 2004 sulla fecondazione assistita, legge che ha suscitato numerose polemiche e sulla quale si stanno raccogliendo le firme per chiederne l'abrogazione e contro la quale sono nati numerosi comitati, molte coppie di cittadini italiani e numerosi medici hanno guardato con interesse verso la piccola Repubblica sanmarinese. "A San Marino c'è un sostanziale vuoto legislativo – spiega Riccardo Geminiani, giornalista de La Tribuna Sammarinese - Esiste solo la legge 226 del codice penale che punisce le donne che ricorrano alla fecondazione assistita senza il consenso del marito con la prigione: ma ciò significa che le donne con il consenso del marito, o le vedove o le single potenzialmente potrebbero ricorrere alla fecondazione in vitro con diagnosi pre impianto".

Ma nella qualunque struttura sanitaria pubblica o privata necessita di autorizzazione governativa, un'autorizzazione che il governo sembra ben poco disposto a concedere. E alcuni esponenti della DC, appoggiati dalle autorità ecclesiastiche, hanno sollecitato il Governo a inserire la discussione del progetto di legge presentato a luglio proprio dai parlamentari della DC, che allineerebbe la legge sanmarinese a quella italiana già a partire dalla prossima seduta del Consiglio Grande e Generale.

Sull'altro fronte, il medico italiano Francesco Fiorentino non ha voluto confermare né smentire la notizia di essere stato contattato dalla clinica, ma ribadisce la sua disponibilità ad operare in tal senso previe due condizioni: quella della legalità e quella che l'operazione venga fatto per scopi benefici. I pazienti interessanti infatti a questa "opportunità" sarebbero quelli portatori di patologie genetiche come la betatalessemia, la distrofia muscolare, la fibrosi cistica, l'atrofia muscolare. "La diagnosi pre impianto risponde a due ragioni fondamentali - spiega Fiorentino - la prima diagnostica, perché in tal modo si può evitare di impiantare nell'utero materno ovuli malati che potrebbero portare la donna a scegliere l'aborto terapeutico fino alla 24 esima settimana, la seconda ragione è di tipo terapeutico. Ci sono bambini malati la cui cura è solo la ricerca di un donatore compatibile, una ricerca difficilissima spesso anche in seno alla stessa famiglia". Il biologo molecolare, infatti, in Turchia - tramite la diagnosi pre impainto degli embrioni di due gemelline e il trapianto di cellule staminali prese dal cordone ombelicale - ha salvato il fratellino Luca, affetto da talassemia e guarito a 5 anni.


Fonte: ItaliaPress 15 Settembre 2004