San Marino - La notizia - diffusa in queste
ore da fonti d'informazione nazionale - che a San Marino
una clinica privata avrebbe contattato Francesco Fiorentino, 38 anni,
direttore del Centro Genoma a Roma, per avviare, già da ottobre, le
tecniche di fecondazione in vitro con diagnosi genetica di pre impianto,
ha suscitato numerose reazioni e un'interpellanza parlamentare oggi da
parte della Democrazia Cristiana del Titano.
Ieri il Segretario di Stato per la Sanità, la Sicurezza Sociale, la
Previdenza, gli Affari sociali, e le Pari Opportunità di San Marino Massimo
Roberto Rossini ha diffuso una nota in cui, in via
ufficiale, affermava che "Il Governo della Repubblica di
San Marino non intende comunque istituire o favorire iniziative che
possano creare tensioni o attriti con la Repubblica Italiana; che esso
anzi opera con continuità per proseguire ed implementare le consuete e
appropriate forme di reciproca collaborazione in campo sanitario".
Il problema è che da quando il Governo Italiano ha promulgato la legge
40 nel marzo 2004 sulla fecondazione assistita, legge che ha
suscitato numerose polemiche e sulla quale si stanno raccogliendo le firme
per chiederne l'abrogazione e contro la quale sono nati numerosi comitati,
molte coppie di cittadini italiani e numerosi medici hanno
guardato con interesse verso la piccola Repubblica sanmarinese.
"A San Marino c'è un sostanziale vuoto legislativo –
spiega Riccardo Geminiani, giornalista de La Tribuna
Sammarinese - Esiste solo la legge 226 del
codice penale che punisce le donne che ricorrano alla
fecondazione assistita senza il consenso del marito con la prigione: ma ciò
significa che le donne con il consenso del marito, o le vedove o le single
potenzialmente potrebbero ricorrere alla fecondazione in vitro con
diagnosi pre impianto".
Ma nella qualunque struttura sanitaria pubblica o privata
necessita di autorizzazione governativa, un'autorizzazione che il governo
sembra ben poco disposto a concedere. E alcuni esponenti della DC,
appoggiati dalle autorità ecclesiastiche, hanno sollecitato il Governo a
inserire la discussione del progetto di legge presentato a luglio proprio
dai parlamentari della DC, che allineerebbe la legge sanmarinese a quella
italiana già a partire dalla prossima seduta del Consiglio Grande e
Generale.
Sull'altro fronte, il medico italiano Francesco
Fiorentino non ha voluto confermare né smentire la notizia di essere
stato contattato dalla clinica, ma ribadisce la sua disponibilità ad
operare in tal senso previe due condizioni: quella della legalità e
quella che l'operazione venga fatto per scopi benefici. I
pazienti interessanti infatti a questa "opportunità"
sarebbero quelli portatori di patologie genetiche come la betatalessemia,
la distrofia muscolare, la fibrosi cistica, l'atrofia muscolare. "La
diagnosi pre impianto risponde a due ragioni fondamentali -
spiega Fiorentino - la prima diagnostica, perché in tal modo si
può evitare di impiantare nell'utero materno ovuli malati che potrebbero
portare la donna a scegliere l'aborto terapeutico fino alla 24 esima
settimana, la seconda ragione è di tipo terapeutico. Ci sono
bambini malati la cui cura è solo la ricerca di un donatore compatibile,
una ricerca difficilissima spesso anche in seno alla stessa famiglia".
Il biologo molecolare, infatti, in Turchia - tramite la diagnosi pre
impainto degli embrioni di due gemelline e il trapianto di cellule
staminali prese dal cordone ombelicale - ha salvato il fratellino Luca,
affetto da talassemia e guarito a 5 anni.