Fecondazione
assistita pre-embrionale, in Italia il primo nato al
mondo
07/11/2008 -
18:40
E' il primo neonato che mette d'accordo
etica e scienza. O almeno, schiva eventuali problemi. E'
nata a Roma lo scorso ottobre -e gode di buona salute-
la prima bimba nata con la "diagnosi genetica
pre-concepimento", tecnica di fecondazione assistita che
permette alle donne portatrici di malattie genetiche di
avere un figlio senza ricorrere alla selezione
dell'embrione. L'annuncio arriva dal I congresso della
Federazione italiana di ostetricia e ginecologia (Fiog),
in corso a Roma, a cui partecipano i padri della
metodica sperimentata (tutta italiana): Massimo
Moscarini, Francesco Fiorentino e Donatella Caserta.
La diagnosi genetica pre-concepimento, risultato
della collaborazione tra l'Università La Sapienza e il
Laboratorio Genoma di Roma, studia l'ovocita materno
prima che sia fecondato dallo spermatozoo del partner.
Con questo nuova metodo arrivano speranze per malattie
come la talassemia, la fibrosi cistica e la distrofia
muscolare. Speranze anche per le coppie nelle quali la
donna, in caso di età avanzata, è a rischio di concepire
un figlio con la sindrome di Down. Un processo "tutto
italiano" che mette d'accordo scienza ed etica nel
rispetto della legge 40 sulla fecondazione assistita.
Quest'ultima impedisce di selezionare gli embrioni che
dovessero risultare affetti da malattie genetiche, e la
tecnica annunciata dalla Fiog evita tutte le
implicazioni di carattere etico legate alla selezione
dell’embrione. "La via italiana alla ricerca sulla
procreazione medicalmente assistita- afferma Massimo
Moscarini, dell’Università La Sapienza Sant’Andrea-
finalmente coniuga scienza ed etica e risolve uno dei
problemi, forse il più sentito, che affligge le coppie
sterili portatrici di malattie genetiche. E supera anche
il problema biogiuridico posto dalla Legge 40". La
diagnosi genetica pre-concepimento, aggiungono Francesco
Fiorentino, biologo molecolare, direttore del
Laboratorio Genoma, e Donatella Caserta, della Sapienza,
"mira a selezionare gli ovociti (e non gli embrioni) in
cui sia assente l’anomalia genetica materna, in modo da
produrre embrioni sani". Come spiegano i medici, "ciò è
realizzato eseguendo l’analisi genetica dell'ovocita,
mediante biopsia del primo globulo polare (1PB), prima
della sua fertilizzazione, e quindi prima che si sia
formato l'embrione. Con questa procedura, possono essere
diagnosticate tutte i tipi di malattie genetiche e
cromosomiche a trasmissione materna".
Fonte: 55news
|