Cronaca
In questo caso, la diagnosi pre-impianto non viene
effettuata sugli embrioni
Fecondazione, Greco: ''Molte coppie in attesa per test su
ovociti''
Il direttore responsabile Medicina della
riproduzione all'European Hospital di Roma illustra la tecnica 'made in Italy'
che consente di diagnosticare tutti i tipi di malattie genetiche e cromosomiche
a sola trasmissione materna
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Roma, 1 mar. (Adnkronos Salute) - Sono già molte le coppie italiane
in attesa di sottoporsi alla diagnosi genetica pre-concepimento, effettuata
sugli ovociti e non sugli embrioni per scoprire eventuali malattie
genetiche a trasmissione materna prima della nascita e nel pieno rispetto della
legge 40. Ad assicurarlo è Ermanno Greco(nella foto), direttore
responsabile Medicina della riproduzione all'European Hospital di Roma, la
struttura dove la nuova tecnica - messa a punto dal biologo molecolare Francesco
Fiorentino - è stata applicata su una coppia.
"Sono già numerosissimi -
assicura Greco - gli aspiranti genitori che sperano di sottoporsi al più presto
alla nuova metodica". Evitando così patologie monogeniche "come talassemia e
fibrosi cistica", nonché i numerosi "viaggi all'estero cui tantissime coppie si
sottopongono per arginare i limiti imposti dalla legge 40".
La tecnica
messa a punto nel laboratorio capitolino Genoma in realtà consente di diagnosticare tutti i
tipi di malattie genetiche e cromosomiche, ma a sola trasmissione
materna. "Da un'indagine condotta da Fiorentino prima che in Italia
venisse adottata la legge 40 - puntualizza tuttavia Greco - emerge che, su un
totale di ben 1.000 casi, il 95% delle coppie che richiedeva la diagnosi
pre-impianto avrebbe potuto servirsi di questa tecnica evitando così test sugli
embrioni". E questo non solo "perché la maggior parte delle volte la
trasmissione della patologia avviene per via materna", ma anche perché "se
entrambi gli aspiranti genitori sono portatori del gene 'difettoso' - precisa
Greco - basta selezionare l'ovocita sano per evitare la trasmissione della
malattia".
Senza contare, inoltre, "che eticamente si tratta di una
tecnica impeccabile - afferma Greco - perché si agisce prima della formazione
dell'embrione". E anche se le nuove linee guida sulla legge 40 dovessero
cancellare il veto posto alla diagnosi pre-impianto, "questa metodica - assicura
l'esperto - resta applicabile perché consente di 'risolvere il problema' a
monte. Ovvero si
scelgono gli ovuli sani evitando che l'embrione che si andrà a formare, nasca
con problemi".
Inoltre "è una tecnica meno invasiva - aggiunge Greco -
poiché con la diagnosi pre-impianto vengono comunque prelevate due cellule
dall'embrione".
La coppia che ha sperimentato per prima la diagnosi
genetica pre-concepimento è già al terzo mese di gravidanza. "Avevano già avuto
un bebè prima che venisse approvata la legge 40 - racconta il camice bianco - ma
subito dopo il provvedimento varato dal centrodestra si erano recati all'estero
per ben tre volte per avere un altro figlio, fallendo ogni tentativo". La
diagnosi pre-impianto, per questa coppia, appariva una scelta obbligata, perché
la donna soffre della malattia di Charcot-Marie-Tooth, una sindrome neurologica
ereditaria. Poi il tentativo, stavolta approdato a un successo, nel Centro di
medicina e biologia della riproduzione dell'European Hospital di Roma.