9/9/2004
FECONDAZIONE «Il
ministro ha mentito»
Un «evento storico» certo, come si è affrettato a definirlo il
ministro della Salute Girolamo Sirchia, ma reso possibile grazie a una
tecnica vietata in Italia. Ci sarebbe una verità meno nobile e bella
di quella scientifica dietro il trapianto di cellule staminali che ha
reso possibile la guarigione di Luca, un bambino di 5 anni affetto da
talassemia. I due gemelli dai cui cordoni ombelicali sono state
prelevate le cellule staminali utilizzate nell'operazione, sarebbero
stati infatti concepiti al termine di un ciclo di fecondazione
artificiale compiuto in Turchia e dopo un'analisi preimpianto degli
embrioni. E fin qui non ci sarebbe niente di male, se non fosse che
proprio la selezione degli embrioni prima dell'impianto è uno dei
punti categoricamente vietati dalla recente legge sulla fecondazione
artificiale voluta e, ostinatamente, difesa dallo stesso Sirchia, che
pure lunedì non ha esitato un attimo a farsi carico del successo
scientifico ottenuto dai medici del San Matteo di Pavia. Ieri sera,
dopo una giornata trascorsa in un imbarazzante silenzio, mentre da più
parti si chiedevano le sue dimissioni, Sirchia ha negato di aver
saputo della fecondazione artificiale compiuta in Turchia.
Un'autodifesa che non convince però il diessino Lanfranco Turci, che
racconta una versione differente: «Voci insistenti - spiega infatti
il parlamentare - dicono che Sirchia, prima della conferenza stampa di
ieri (lunedì, ndr) al Policlinico di Milano, abbia suggerito che si
tacesse sul fatto che i due gemelli donatori erano nati anche grazie
alla fecondazione assistita, accompagnata da un esame pre-impianto e
dalla selezione degli embrioni sani. Se queste voci sono vere -
conclude Turci - il ministro si sarebbe reso responsabile di un
comportamento incompatibile con il suo ruolo». La bufera su Sirchia
comincia di buon mattino, non appena si diffonde in maniera più
precisa la storia dei genitori del piccolo Luca e dei suoi fratelli
gemelli concepiti «su misura» in un laboratorio di Istanbul.
Compreso il «particolare» non certo secondario dell'analisi
preimpianto degli embrioni. I primi ad attaccare il titolare della
Salute sono i radicali. «Sirchia - dice il segretario Daniele
Capezzone - ieri indossava le penne del pavone dopo lo splendido
intervento di Pavia, ma non si è fatto scrupolo di celare questo
episodio, ingannando medici, malati e cittadini. E' ora che il
ministro si dimetta». E nel pomeriggio i radicali hanno manifestato
davanti Montecitorio. Prende le distanze anche la collega di governo
Stefania Prestigiacomo. «Con la nuova legge sulla procreazione i
gemellini sani non sarebbero mai nati e il loro fratellino sarebbe
stato condannato alla morte», ammette il ministro per le Pari
opportunità, che pure in passato ha votato la legge. Un testo
superato dagli eventi anche secondo Prestigiacomo, che adesso chiede
di modificarlo. Sulla vicenda intervengono anche due dei principali
protagonisti scientifici, come Franco Locatelli e Francesco
Fiorentino. Il primo è il direttore della Divisione oncoematologia
del Policlinico San Matteo di Pavia, dove si è svolto il trapianto.
«Se finora ho taciuto - spiega - è solo per rispettare la privacy
della madre del piccolo, che mi ha chiesto di non dare particolari su
concepimento dei bambini». Il secondo è invece il biologo molecolare
che ha praticato la fecondazione assistita e diagnosi preimpianto
sulla coppia portatrice di talassemia e che ieri si è detto molto
stupito nel vedere che, presentando l'intervento alla stampa. il
ricorso alla diagnosi pre-impianto era stato taciuto. «In questo caso
la scienza ha permesso ai genitori di evitare la roulette russa che
incombe, in natura, sui portatori sani di una malattia che vogliono un
figlio», ha spiegato il medico, per il quale l'aver taciuto le
tecniche adottate può rivelarsi un boomerang: «Che cosa si vuole
nascondere?», si è chiesto Fiorentino. La polemica intorno al
comportamento tenuto dal ministro intanto cresce. I Verdi chiedono a
Sirchia di riferire in parlamento, mentre richieste di dimissioni
vengono avanzate sia da Alessandra Mussolini (che chiede anche quelli
di Prestigiacomo perché in «malafede») che dalla parlamentare dei
Ds Barbara Pollastrini: «Incompetenza o malafede - dice la diessina
-. Il ministro Sirchia o non sapeva, ed è grave, o ha cercato di
truccare le carte e ha mentito: come può occuparsi della salute delle
persone un ministro così?». Il Manifesto