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Fiorentino: io, ex agente, fuorilegge per fare del bene

domenica, 3 ottobre, 2004
VARIE
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Fiorentino: io, ex agente, fuorilegge per fare del bene
Il biologo che pratica la selezione genetica: voglio diventare la coscienza critica dei politici.«Nato sotto il segno dei Gemelli, la mia doppia vita di poliziotto e ricercatore. Il caso più interessante del passato? Le lacrime della Madonnina di Civitavecchia. Tre anni alla Scientifica, poi mi sono detto: "Vali di più". È stata una scommessa»
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Latella Maria

ROMA - Non sempre la pubblicità inganna. Quei manifesti che, qualche anno fa, più o meno promettevano: «Entra in polizia, imparerai un mestiere» con il dottor Francesco Fiorentino, messinese, classe 1966, hanno mantenuto l' impegno. Negli anni 80 era agente a Palermo, di guardia all' appartamento del giudice Falcone. Oggi è uno dei più apprezzati specialisti nella diagnosi genetica. Per capirci: lui è il biologo al quale si deve la selezione degli embrioni sani da cui sono nate due gemelle che, con le cellule staminali del loro cordone ombelicale, hanno guarito dalla talassemia il fratellino Sina. Il bambino, figlio di una coppia turca che vive in Italia, è stato operato dal professor Franco Locatelli del Policlinico San Matteo di Pavia e la felice soluzione dei suoi problemi è stata, per giorni, su tutti i giornali. Perché in Italia la legge sulla fecondazione assistita proibisce quel che il dottor Francesco Fiorentino teorizza e pratica: la diagnosi genetica pre impianto. «In nome dell' intangibilità degli embrioni - ha scritto il professor Umberto Veronesi - si toglie la speranza di avere un figlio a uomini e donne portatori di un corredo cromosomico a rischio». Contro questa legge, il dottor Francesco Fiorentino ha sviluppato una sua propria autonomia: lavora all' estero. Ad Atene, a Bruxelles, a Cipro e prossimamente anche a Londra. Mette a disposizione la sua competenza e quella dei ricercatori del centro che ha fondato a Roma: «Ho posto una sola condizione: se le coppie che si rivolgono agli ospedali europei presso i quali lavoro sono italiane, non devono pagare per la mia diagnosi genetica. Affrontano già le spese del viaggio e i costi della fecondazione assistita». Ds e radicali hanno raccolto un milione di firme per abrogare la legge che lei, di fatto, viola. «Un poco credo di aver contribuito anch' io alla raccolta di queste firme. Prima che il caso del piccolo Sina facesse notizia, pochi sapevano che le cellule staminali del cordone ombelicale possono salvare un fratellino malato di talassemia, o di leucemia. Ma resto pessimista. Non credo che per evitare il referendum cambieranno la legge in modo sostanziale. Non vogliono la selezione del donatore, come se una coppia, per salvare un figlio talassemico, potesse permettersi cinque, sei, sette tentativi che finiscono in aborto. Oppure, far nascere altri bambini malati. Una via intermedia ci sarebbe: effettuare la diagnosi genetica di preimpianto su una cellula espulsa dall' ovocita non ancora fecondato». E' per questo che ha deciso di giocarsi tutto in Europa? «Sì. Se non si troverà una mediazione, io continuerò a lavorare con i centri all' estero. In Italia già non sono molto simpatico: ma per me è una questione di libertà». Da poliziotto a biologo con contatti e riconoscimenti internazionali. Nella vita lei si è giocato tutto anche molti anni fa... «Mi sono giocato tutto nel ' 98, quando ho lasciato un posto fisso e un lavoro che mi piaceva, alla Polizia Scientifica, per creare il centro Genoma, qui a Roma». E alla Scientifica come c' era arrivato? «A 18 anni, a Messina, sono entrato in polizia. All' inizio facevo il lavoro per strada, nella Palermo degli anni 80 anche la guardia sotto casa di Falcone. Mi ero iscritto all' università, avevo scelto biologia perché mi affascinavano le ricerche sul Dna, ma avevo dato pochi esami. Poi, a 21 anni, mi è capitato sotto mano un testo universitario. Leggendo leggendo, mi sono appassionato. Ho dato l' esame, ho preso trenta e lode. Nel ' 92 mi sono laureato in biologia molecolare, e siccome volevo fare carriera anche in Polizia, sono diventato ispettore. Dicono che quelli del mio segno, i Gemelli, hanno una doppia personalità. Non credo molto all' astrologia, ma forse per me è vero». Che cosa ha imparato facendo il poliziotto? «L' importanza di essere d' aiuto agli altri. Ho avuto momenti adrenalinici, come quelli che da ricercatore sperimento quando individuo una tecnica nuova. Dopo qualche anno di lavoro con le Volanti, feci domanda per passare alla Scientifica: non ero raccomandato, così me l' hanno accettata a distanza di anni. Però, alla fine, ho potuto cominciare le ricerche sul Dna». Il caso più interessante di cui si è occupato in quegli anni? «Forse le lacrime della Madonnina di Civitavecchia. Dovevamo valutare se si trattasse o no di sangue umano... Sono stati tre anni interessanti, alla Scientifica, ma era un lavoro di routine, 8-14. Un giorno mi sono detto: "Forse vali di più". E' stata una scommessa con me stesso». Chi ha finanziato il centro Genoma di Roma? «I finanziatori me li sono cercati. Ho presentato il progetto di un laboratorio di genetica molecolare in cui si potessero fare esami del Dna ad alta specializzazione. Nel ' 98 la genetica molecolare non era molto diffusa, almeno a Roma. I laboratori privati si accontentavano, ma io avevo l' esperienza della Scientifica, puntavo alle strumentazioni più sofisticate». Così è incappato nella diagnosi genetica pre impianto. «Facciamo l' esempio di una coppia di potenziali genitori che sono anche portatori di beta talassemia. Hanno il 25% di possibilità di generare un bambino malato. Prima c' era la diagnosi prenatale. Se accertava che il feto non era sano, la coppia poteva scegliere l' aborto. Uccidere un feto già arrivato alla diciottesima settimana, un trauma doloroso. Il Signore mi perdoni se sbaglio, sono credente, ma non mi sento disposto ad accettare con cristiana rassegnazione». Con la diagnosi genetica pre impianto, invece, si interviene molto prima. «Si interviene prima che gli embrioni vengano impiantati nell' utero. Mi hanno dato del nazista per questo, ma io parto da dati reali. Quando hai un bambino talassemico, o leucemico, trovare un donatore non è semplice. Ai genitori restano due possibilità: o aspettare il donatore compatibile, o mettere in cantiere fratellini, fin quando non nasce quello giusto, cioè sano e anche compatibile. Teoricamente, hanno una possibilità su cinque, in realtà, secondo una nostra ricerca che è stata anche pubblicata, con la procreazione normale la possibilità è di uno a dieci». Quand' è che ha cominciato a lavorare ad Istanbul? «Nel 2003 sono lì che penso: "E se approvano la legge sulla fecondazione assistita, che faccio?". Ad un congresso internazionale ho preso accordi con una collega turca, la direttrice del Memorial Hospital e l' ospedale di Istanbul ha finanziato la costruzione di un laboratorio di cui sono direttore scientifico. I turchi sono avidi di tecnologia d' avanguardia, è un Paese con grandi potenzialità». Progetti per l' anno che comincia? «Vorrei diventare la coscienza critica di quei politici che hanno inventato una legge assurda». Maria Latella (3-continua. Le altre due puntate sono state pubblicate il 20 e il 26 settembre)


Fonte: Corriere della Sera 3 ottobre, 2004