Milano - Maria Vittoria stringe a se il
fagottino rosa e gli occhi brillano di commozione. La sua bambina ha due mesi,
ed è già una piccola star. È infatti la prima bimba al mondo a essere nata da
una mamma portatrice di una neuropatia, la sindrome di Charcot-Marie–Tooth. Ma è
perfettamente sana. E tutto questo grazie a una tecnica di procreazione «etica»
ideata dal biologo Francesco Fiorentino, del gruppo Genoma. Perché etica? Perché
è sufficiente analizzare geneticamente un ovulo femminile per evitare di
trasmettere al feto una malattia ereditaria. La nuova tecnica diagnostica si
chiama pre-concepimento ed è l’alternativa alla tanto discussa tecnica
pre-impianto vietata dalla legge 40.
In sostanza, la selezione avviene prima del concepimento
e l’embrione non viene toccato, perché già sano. E la neonata che tiene in
braccio Maria Vittoria ne è l’esempio vivente. «La malattia è stata debellata e
terminerà con me», dichiara vincente. La donna, un’operaia che ha già una
bambina sana di cinque anni nata dopo una diagnosi pre-impianto fatta in
Turchia, non ha dubbi: «Consiglio questo percorso a tutte le persone malate
geneticamente: in questo modo non devono essere costrette a scegliere tra un
aborto terapeutico e un bambino malato. E mi auguro che riescano a ritrovare il
sorriso così come è capitato a me». Maria è felice. Come potrebbero essere
migliaia di donne affette da sindromi genetiche gravi, come la talassemia.
Fiorentino promette a tutte queste donne una soluzione etica indolore, poco
dispendiosa e fatta a casa nostra. «Ogni anno circa 500 coppie scelgono di
andare all’estero per cercare di avere un bimbo non affetto da gravi malattie
genetiche – spiega Fiorentino –. Ora 50 coppie sono già in attesa di sottoporsi
a questa terapia».
I costi? «Per il momento il trattamento si aggira
intorno ai 5 mila euro, ma spero che il servizio sanitario nazionale adotti la
nostra tecnica al più presto per abbattere i costi». Con i tempi che corrono,
5mila euro non sono noccioline ma è comunque un prezzo modico rispetto a quello
di una diagnosi pre-impianto che all’estero viene fatto pagare circa 12mila
euro, viaggio e pernottamento esclusi. La macchina dunque sembra già oliata.
Niente manipolazioni embrionali, niente eugenetica. L’analisi si limita ad
analizzare la cellula uovo che, se sana, verrà fertilizzata in vitro da uno
spermatozoo.
La dinamica non si discosta molto dalla selezione
pre-embrionale ed è altrettanto affidabile. Solo che in questo caso, il bambino
non è ancora concepito. È per questo che Fiorentino ha già una lunga lista di
attesa di coppie malate che desiderano un figlio. «Sono molti quelli che si
rivolgono a noi e ora, dopo la nascita del primo bambino, ce se saranno ancora
di più – precisa il biologo – ma per assicurare il successo della tecnica è
necessario esaminare almeno dieci ovociti. Dunque questa tecnica si rivolge
soprattutto alle donne con meno di 40 anni, che rispondono adeguatamente alla
stimolazione».
Ma cosa cambia con la tecnica tanto discussa? «La
selezione embrionale è più semplice e offre 48 ore di tempo per l’analisi.
Questo nuovo esame si deve effettuare entro quattro ore». Però la tecnica
funziona. «Ma c’è un limite: non si può applicare alle malattie genetiche
dominanti a trasmissione maschile che, per fortuna, sono solo una minoranza che
non supera il 5 per cento».
Fonte: Il Giornale