«Il ministro ha mentito»
I genitori di Luca, il bimbo guarito dalla talassemia, si erano sottoposti a una tecnica di procreazione assistita vietata in Italia. Il ministro: «Non sapevo niente». Nessuno gli crede
C.L.
Un «evento storico» certo, come si è affrettato a definirlo il ministro della Salute Girolamo Sirchia, ma reso possibile grazie a una tecnica vietata in Italia. Ci sarebbe una verità meno nobile e bella di quella scientifica dietro il trapianto di cellule staminali che ha reso possibile la guarigione di Luca, un bambino di 5 anni affetto da talassemia. I due gemelli dai cui cordoni ombelicali sono state prelevate le cellule staminali utilizzate nell'operazione, sarebbero stati infatti concepiti al termine di un ciclo di fecondazione artificiale compiuto in Turchia e dopo un'analisi preimpianto degli embrioni. E fin qui non ci sarebbe niente di male, se non fosse che proprio la selezione degli embrioni prima dell'impianto è uno dei punti categoricamente vietati dalla recente legge sulla fecondazione artificiale voluta e, ostinatamente, difesa dallo stesso Sirchia, che pure lunedì non ha esitato un attimo a farsi carico del successo scientifico ottenuto dai medici del San Matteo di Pavia. Ieri sera, dopo una giornata trascorsa in un imbarazzante silenzio, mentre da più parti si chiedevano le sue dimissioni, Sirchia ha negato di aver saputo della fecondazione artificiale compiuta in Turchia. Un'autodifesa che non convince però il diessino Lanfranco Turci, che racconta una versione differente: «Voci insistenti - spiega infatti il parlamentare - dicono che Sirchia, prima della conferenza stampa di ieri (lunedì, ndr) al Policlinico di Milano, abbia suggerito che si tacesse sul fatto che i due gemelli donatori erano nati anche grazie alla fecondazione assistita, accompagnata da un esame pre-impianto e dalla selezione degli embrioni sani. Se queste voci sono vere - conclude Turci - il ministro si sarebbe reso responsabile di un comportamento incompatibile con il suo ruolo».
La bufera su Sirchia comincia di buon mattino, non appena si diffonde in maniera più precisa la storia dei genitori del piccolo Luca e dei suoi fratelli gemelli concepiti «su misura» in un laboratorio di Istanbul. Compreso il «particolare» non certo secondario dell'analisi preimpianto degli embrioni. I primi ad attaccare il titolare della Salute sono i radicali. «Sirchia - dice il segretario Daniele Capezzone - ieri indossava le penne del pavone dopo lo splendido intervento di Pavia, ma non si è fatto scrupolo di celare questo episodio, ingannando medici, malati e cittadini. E' ora che il ministro si dimetta». E nel pomeriggio i radicali hanno manifestato davanti Montecitorio.
Prende le distanze anche la collega di governo Stefania Prestigiacomo. «Con la nuova legge sulla procreazione i gemellini sani non sarebbero mai nati e il loro fratellino sarebbe stato condannato alla morte», ammette il ministro per le Pari opportunità, che pure in passato ha votato la legge. Un testo superato dagli eventi anche secondo Prestigiacomo, che adesso chiede di modificarlo.
Sulla vicenda intervengono anche due dei principali protagonisti scientifici, come Franco Locatelli e Francesco Fiorentino. Il primo è il direttore della Divisione oncoematologia del Policlinico San Matteo di Pavia, dove si è svolto il trapianto. «Se finora ho taciuto - spiega - è solo per rispettare la privacy della madre del piccolo, che mi ha chiesto di non dare particolari su concepimento dei bambini». Il secondo è invece il biologo molecolare che ha praticato la fecondazione assistita e diagnosi preimpianto sulla coppia portatrice di talassemia e che ieri si è detto molto stupito nel vedere che, presentando l'intervento alla stampa. il ricorso alla diagnosi pre-impianto era stato taciuto. «In questo caso la scienza ha permesso ai genitori di evitare la roulette russa che incombe, in natura, sui portatori sani di una malattia che vogliono un figlio», ha spiegato il medico, per il quale l'aver taciuto le tecniche adottate può rivelarsi un boomerang: «Che cosa si vuole nascondere?», si è chiesto Fiorentino.
La polemica intorno al comportamento tenuto dal ministro intanto cresce. I Verdi chiedono a Sirchia di riferire in parlamento, mentre richieste di dimissioni vengono avanzate sia da Alessandra Mussolini (che chiede anche quelli di Prestigiacomo perché in «malafede») che dalla parlamentare dei Ds Barbara Pollastrini: «Incompetenza o malafede - dice la diessina -. Il ministro Sirchia o non sapeva, ed è grave, o ha cercato di truccare le carte e ha mentito: come può occuparsi della salute delle persone un ministro così?».
Fonte: il manifesto - 08 Settembre 2004