La diagnosi preimpianto sicura al 100 per cento
Parla il genetista
Francesco Fiorentino, biologo molecolare e direttore del Laboratorio Genoma di Roma, forte delle circa 700 diagnosi preimpianto condotte dalla sua equipe, risponde a chi pone dubbi sulla efficacia del test preventivo proibito dalla Legge 40 sulla fecondazione assistita. Lo screening delle aneuploidie comosomiche, consigliate dopo il 35 anni, ma effettuate anche per il rischio di malattie monogeniche, come nel caso della signora di Quartu Sant'Elena, hanno "un margine di errore vicino allo 0".
Intanto, spiega il genetista, perché viene effettuato un "doppio controllo" che previene eventuali analisi errate e poi "perché le procedure e le tecniche utilizzate sono talmente sofisticate da ridurre a zero il margine di errore che alla fine è limitato a quello squisitamente umano". Ma questo, aggiunge, si ovvia "rivolgendosi a centri specializzati seri".
"La diagnosi Pma (procreazione medicalmente assistita) - spiega ancora lo scienziato - è più atttendibile dell'amniocentesi, che viene fatta su migliaia di cellule, perché viene verificato che non sia alterato il cromosoma".
Tutto questo tenendo conto del fatto ch dopo i 35 anni, per tutta una serie di motivi, nella donna aumenta il rischio di concepire figli con malattie genetiche. E questo vale anche per le donne infertili che si sottopongono a fecondazione assistita.
"Con i limiti della legge 40 - dice Fiorentino - si hanno più gravidanzeti plurigemellari dati dall'obbligo di impianto dei tre embrioni e, indubbiamente un amento degli aborti spontanei perché non viene fatta la selezione degli embrioni da impiantare. Ma - aggiunge - c'è anche un aumento degli aborti terapeutici, nei casi in cui i genitori hanno malattie genetiche ereditarie".
Antonella Loi