In Italia
all'interno del laboratorio “Genoma” è stata messa a punto una
tecnica che permette di fare la diagnosi pre-impianto delle
malattie genetiche senza che si sia ancora formato l'embrione.
La notizia riporta che «anziché sull'embrione, l'analisi
genetica viene condottasoltanto sull'ovocita, in questo modo
il test sarebbe lecito anche in Italia, dove la legge 40 sulla
fecondazione assistita vieta la diagnosi pre-impianto perché
questa implica una manipolazione dell'embrione» (Notiziario Cellule
Staminali, 06/07/07).
Tutto vero,
peccato solo che l'art. 1 della legge 40 prevede che
si possa ricorrere a tecniche di fecondazione assistita solo
nei casi di infertilità e sterilità. Peccato che la
maggior parte delle coppie che si recano all'estero per fare
l'analisi preimpianto lo faccia perché portatrici di malattie
genetiche e non per motivi di
sterilità/infertilità.
Non ci
facciamo illudere da facili entusiasmi, sicuramente
queste scoperte scientifiche sono positive, non pensiamo però
che possano risolvere i problemi che una legge assurda come
quella sulla procreazione assistita in Italia ha creato a
migliaia di coppie.
Anche alla luce
dei dati negativi della ultima relazione sulla legge 40
presentata dal Ministro della Salute al Parlamento è evidente
che l'intervento di cui c'è bisogno è tutt'altro che
scientifico! Spero che il Ministro rifletta bene
sull'opportunità di riformare la legge 40 e che a settembre,
nell'audizione che è stata convocata in commissione Affari
Sociali grazie ad una mia richiesta, possa
dare buone notizie a tutte le coppie costrette ad andare
all'estero per aggirare i divieti inspiegabili della normativa
italiana.
Donatella
Poretti