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Nata nel rispetto della legge 40

BIOETICA
Nata nel rispetto della legge 40
Tecnica di procezione assistita «etica» ma controvesa

E' una femminuccia di Rieti. E' la prima bebé nata in Italia grazie a una tecnica di «procreazione assistita» rispettosa dei limiti bioetici fissati dalla legge 40. Si chiama «diagnosi pre-concepimento». La sua nascita è stata annunciata come un grande successo al primo Congresso della Federazione italiana di ostericia e ginecologia in corso a Roma. E la sua nuova vita viene già usata per rianimare il dibattito bioetico e portare acqua al mulino di chi appoggia la legge 40 e che adesso si sente di poter dire che non è necessario superarla per poter permette di concepire bambini sani anche a donne portatrici di malattie genetiche.
In pratica, come spiegano Francesco Fiorentino e Donatella Caserta che hanno elaborato la tecnica: «La diagnosi genetica pre-concepimento mira a selezionare gli ovociti e non gli embrioni in cui sia assente l'anomalia genetica materna in modo da produrre embrioni sani». Significa che, mentre la legge impedisce la selezione degli embrioni, questa diagnosi la aggira selezionado gli ovociti non ancora fertilizzati e scegliendo quelli sani. Insomma un escamotage tecnico. Funziona? Secondo Carlo Flamigni dell'Università di Bologna non sarebbe affidabile e non sarebbe una novità. A Chicago dove la tecnica è stata molto studiata - spiega Flamigni - sostengono che si tratta di una procedura «parziale, affatto esaustiva e con un margine di errore molto elevato». Inoltre, conclude l'esperto, un solo caso non è rappresentativo.
Fuori dalle dispute ginecologiche, il fatto è che, anche se non fosse la strada giusta, in Italia ogni altra via è vietata da uno stato etico influenzato dal Vaticano.

Fonte: Il Manifesto