Neonato «su misura» per
curare la sorellina |
Per la prima volta una coppia italiana
seleziona gli embrioni. « Così batteremo la talassemia » |
L' intervento in un centro estero. I genitori:
rabbia quando sentiamo parlare di tecniche salvavita vietate dalla
legge sulla fecondazione |
ROMA « Per salvare Marta sarei pronto a qualsiasi
cosa. Anche alla clonazione. L' amore per una figlia gravemente
malata è più forte di ogni cosa » . L' ostacolo più impervio Antonio
G. l' ha saltato assieme alla moglie, Maria D. Come ultima risorsa
hanno deciso di avere un designer baby . Un bebè concepito su
misura, con tecniche di fecondazione assistita, perché una volta
nato diventasse donatore di cellule staminali per la sorellina
maggiore, talassemica. La speranza di cura è riposta nel ventre di
questa donna leccese, al secondo mese di gravidanza. Se tutto andrà
bene, il cordone ombelicale del neonato servirà per trarne cellule
da trapiantare. E' il primo designer baby italiano, selezionato con
la diagnosi pre impianto. Tra gli embrioni ottenuti in provetta sono
stati scelti quelli privi della talassemia, poi sottoposti ad un'
ulteriore cernita. L' utero materno ha accolto solo quelli che
presentavano compatibilità con Marta. In Italia è vietato dalla
legge sulla fecondazione assistita, che fra meno di due mesi
sosterrà l' esame popolare del referendum. L' abolizione del divieto
di diagnosi embrionale è uno dei 4 quesiti. La coppia leccese si è
affidata a un centro straniero, il Memorial Hospital di Istanbul, lo
stesso dove pochi mesi fa è stato selezionato un bambino turco. Il
fratello maggiore, leucemico, ha ricevuto le sue staminali, il
trapianto a Pavia, dal professor Locatelli. È la conclusione di una
lunga e dolorosa storia che Antonio racconta prima senza tradire
emozioni. Poi però si lascia andare: « Solo ora io e mia moglie ci
sentiamo tranquilli. Sappiamo di aver tentato tutto il possibile. La
clonazione? Non ci penserei due volte, è solo un problema di soldi,
che non possiedo. Ho speso tutto quello che avevo, mi sono
indebitato, ho lasciato per due mesi il lavoro e per fortuna ho
ricevuto la comprensione del capo dell' azienda e l' aiuto economico
del centro di Istanbul. Provo un profondo senso di rabbia quando
sento condannare le tecniche che potrebbero dare una cura a tante
creature afflitte da malattie genetiche. Selezionare embrioni non
significa puntare alla razza ariana, cercare bambini con occhi
azzurri e capelli biondi, vuol dire dare un futuro ad una ragazzina
amata visceralmente » . Marta è nata nel ' 92. Sembrava
perfettamente sana, i genitori hanno scoperto che aveva il morbo di
Cooley solo durante la seconda gravidanza. Mostrando le analisi ai
medici hanno compreso quale tipo di eredità rischiavano di
trasmettere ai figli. Marta è risultata talassemica, ma
fortunatamente il fratellino, Luca, è venuto al mondo sano,
possibilità che riguarda un caso su 4. « Non ci siamo arresi
continua Antonio . La bambina è stata messa in lista per una
donazione di midollo. Non se ne trovavano. Abbiamo deciso di fare un
terzo figlio, senza provetta. Il gioco del lotto. Flavia, la
terzogenita, è nata sana, ma senza le caratteristiche di
compatibilità necessarie per curare la sorella » . Antonio non
demorde. Passa la notte al computer, si documenta, con la moglie
attraversa l' Italia richiamato in centri del Nord dalla prospettiva
di soluzioni che poi si rivelano non percorribili. Marzo 2004, la
legge sulla procreazione assistita gli sbarra la strada. Un giorno
scopre l' esistenza del Memorial Hospital di Istanbul, dove il
biologo molecolare Francesco Fiorentino ha creato lo stesso centro
esistente a Roma, dove però molte tecniche non sono consentite.
Rinasce la speranza. A Marta è stato spiegato che quel quarto
bambino vedrà la luce per lei. « Gli vorrò un bene grande da qui
all' infinito » , sorride fiduciosa. De Bac Margherita
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