Presidenza del Consiglio dei Ministri - Ministero per le Pari Opportunità
COMUNICATO STAMPA
Prestigiacomo, caso Pavia rafforza esigenza modifica legge fecondazione
assistita
Il caso del bimbo talassemico guarito con il trapianto delle cellule
staminali prelevate dal cordone ombelicale di due fratellini, nati sani grazie
alla fecondazione assistita, conferma le enormi possibilità che la ricerca
scientifica offre per superare malattie fino a ieri incurabili.
Credo
tocchi le coscienze di ognuno sapere che oggi, con la normativa vigente sulla
fecondazione assistita, quei gemellini sani non sarebbero mai nati e il loro
fratellino sarebbe stato condannato alla morte.
Non sono
interessata alle polemiche ed ai “muro contro muro”, e credo che il
manifesto di Giovanardi e le furiose reazioni che ha suscitato rappresentino
l’anticipazione del clima in cui si svolgerebbe lo scontro referendario. Un
clima ed uno scontro che non servono certo né a chi chiede di avere un figlio
sano, né a chi vorrebbe una buona legge.
Non ci
serve un referendum che abroghi una normativa che contiene aspetti positivi, ciò
che è necessario è una correzione di alcuni, chiari, punti di crisi della
legge che vanno contro la salute della donna e inibiscono l’uso di tecniche
scientifiche ormai collaudate (il caso di Pavia docet) che consentono la
guarigione di molte malattie.
Ritengo
che la proposta Tomassini-Bianconi possa essere validamente modificata evitando
al contempo il ricorso ad un referendum lacerante.
Credo che
i punti su cui si dovrebbe intervenire siano:
- aprire l’accesso alle
tecniche non solo alle coppie sterili, ma a quanti hanno problemi riproduttivi,
incluso i portatori di malattie genetiche trasmissibili;
- consentire sempre la revoca
del consenso all’impianto, perché non ha senso impiantare un embrione on
voluto che può essere abortito;
- consentire la diagnosi
preimpianto non al fine di “selezionare la razza” ma per anticipare
conoscenze che oggi si possono assumere attraverso l’amniocentesi al quinto
mese di gravidanza;
- dato che il corpo della
donna non è una macchina e le donne in età fertile non sono tutte uguali,
rimettere ai medici d’intesa con la coppia, la decisione di quanti embrioni
impiantare e in che tempi, nel rispetto dei protocolli medici e scientifici già
vigenti ed applicati nei centri italiani;
- permettere in caso di
impossibilità o di inopportunità di trasferimento degli embrioni, la
crioconservazione senza limiti di tempo.
Questi i
temi, che sono tecnici e non ideologici, su cui ragionevolmente si può
intervenire e sui quali credo sarebbe opportuno trovare una intesa, la più
ampia possibile, per migliorare la legge.
Non ho
volontariamente citato il problema della fecondazione eterologa, oggetto
peraltro di un quesito referendario. Questo tema, sul quale il Parlamento, a
pochi anni di distanza e con maggioranze diverse, si è pronunciato due volte e
sempre nella medesima direzione, negando l’eterologa, forse sarebbe davvero
meglio lasciarlo alla scelta ed alla coscienza degli elettori.
Roma, 7 settembre 2004
Fonte: Presidenza del Consiglio dei Ministri - Ministero per le Pari Opportunità Roma, 7 settembre 2004