Accesso refertazione online | Login | Non hai un accesso? Richiedilo ora!

Versione Italiano | English Version

Procreazione Assistita: è di Rieti la prima mamma italiana sottoposta a Diagnosi Genetica Pre-Concezionale

Procreazione Assistita: è di Rieti la prima mamma italiana sottoposta a Diagnosi Genetica Pre-Concezionale
 




Genova Anno VI - n°32 - 30.01.2008 Pagine Nazionali

del 01/03/2008

 

Procreazione Assistita: è di Rieti la prima mamma italiana sottoposta a Diagnosi Genetica Pre-Concezionale


Giovanni Andrea Coppola  - redazione@clicmedicina.it

Giovanni Andrea Coppola

Giovanni Andrea Coppola

La gravidanza segue la sua fisiologica evoluzione ed è alla 12 settimana. La villocentesi ha dimostrato che il feto è sano: è una femminuccia e nascerà ad Agosto. Ecco il racconto della madre

“La mia è una storia travagliata. Nel 2002 ho scoperto di essere portatrice della Sindrome di Charcot-Marie-Tooth ed avevo altissime possibilità di mettere al mondo un bambino malato. Quando sono rimasta incinta la prima volta il feto è risultato essere malato e così ho deciso con grande sofferenza di abortire. Ho contattato quindi un centro italiano dove all’epoca era possibile eseguire la Diagnosi Pre-Impianto e attraverso questa tecnica, nel 2003, ho potuto mettere al mondo una bambina sana, che ora ha 5 anni ed è tutta la mia vita.

 

Ma quando mia figlia mi ha chiesto perché non poteva avere un fratellino, per me è stato umiliante e mi sono vergognata di essere italiana. Nel frattempo infatti era stata emanata la Legge 40, che vieta la Diagnosi Genetica Pre-Impianto. Una legge che è stata scritta senza ascoltare né i medici né i pazienti. Ma io volevo dare un fratellino a mia figlia e così con mio marito siamo andati ad Istanbul, e là ho visto che donne con il burka possono scegliere di avere un figlio sano, mentre noi italiane con minigonna e tacchi a spillo non possiamo scegliere la salute per i nostri figli.

 

Non sto parlando di scegliere un bambino intelligente, biondo e con gli occhi azzuri, ma parlo di un bambino sano. Ad Istanbul purtroppo non è andata bene perché gli embrioni prodotti non erano di buona qualità e nel frattempo l’infertilità di mio marito era peggiorata. A quel punto ero disperata e avevo capito che non avrei mai potuto dare un fratellino a mia figlia. Ma a settembre del 2007 ho avuto la notizia che mi ha riportato il sorriso: mi è stato proposto di tentare la tecnica della diagnosi pre-concezionale e ho accettato con entusiasmo. Il 27 febbraio scorso ho fatto l’amniocentesi: è una bambina ed è completamente sana e con mio marito, che mi è stato sempre vicino, sono orgogliosa che sia frutto di una tecnica tutta italiana.”

 







 
 

  



Queste pagine sfruttano standard di programmazione avanzata , sebbene i contenuti sono visibili con tutti i browser, una grafica più piacevole è ottenibile con un browser attuale. Se leggete questo messaggio, avete salvato la pagina sul Vs. disco, oppure siete in Internet con un browser non attuale. Se lo desiderate potete scaricare gratuitamente un browser standard attuale adatto alla Vs. piattaforma dal sito http://webstandards.org/act/campaign/buc/

Stampa ottimizzata con standard avanzati

Fonte: click Medicina