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RASSEGNA STAMPA AGENZIE - 2

7 settembre 2004
Fonte: La Repubblica

Capezzone: "Sirchia si dimetta, ha mentito a malati e cittadini"

Sirchia si deve dimettere "perché ha ingannato medici, malati e cittadini". A chiedere la testa del ministro della Salute è il segretario dei Radicali italiani Daniele Capezzone all'indomani dell'intervento eseguito su un bambino di cinque anni, salvato dalla talassemia grazie alle cellule staminali del sangue placentare di due gemelli. Perché le dimissioni, perché "inganno": perché Sirchia, dice Capezzone, "indossava le penne del pavone" nonostante il bambino sia stato sottoposto a un trattamento vietato in Italia proprio da una legge voluta dal ministro. Il divieto cui fa riferimento Capezzone è quello contenuto nelle "Linee guida concernenti le indicazioni delle procedure e delle tecniche di procreazione medicamente assistita" previste dalla legge 19 febbraio 2004, numero 40. E un comunicato, diffuso dal ministero della Salute lo scorso 27 luglio, contiene espressamente precisazioni in merito all'utilizzo delle diagnosi preimpianto sugli embrioni e il "presunto obbligo di preimpianto degli embrioni malati". Nel caso del bambino operato, gli embrioni malformati sono invece stati scartati, per consentire l'impianto solo di quelli sani. Girolamo Sirchia, afferma Capezzone, "non si è fatto scrupolo di celare questo episodio, ingannando medici, malati e cittadini. E tutto ciò per sovrammercato, all'indomani della accuse gravi e documentatissime lanciate da Pannella sul decreto del 4 agosto scorso: denuncia alla quale il ministero ha risposto in modo letteralmente risibile". Per tutte queste ragioni, insiste il segretario dei Radicali italiani, "è ora che il ministro si dimetta, e che a questo passo sia chiamato innanzitutto dalle persone ragionevoli e liberali del suo stesso schieramento". "Sirchia hai mentito, dimettiti!" sarà lo slogan del sit-in organizzato dal partito per oggi pomeriggio davanti a Montecitorio.

7 settembre 2004
Fonte: ANSA

Medici Pavia: risultato indipendente dall'uso della procreazione assistita

Il comunicato dell'Oncoematologia pediatrica del Policlinico di Pavia, diretta dal dott. Franco Locatelli, che ha eseguito l'intervento, afferma: 'In riferimento a notizie stampa rese pubbliche si precisa che il risultato ottenuto con il trapianto di cellule staminali da cordone ombelicale moltiplicate in vitro in un bambino talassemico eseguito in questo IRCCS non è dipendente dal fatto che i due gemellini donatori fossero stati ottenuti con tecniche di procreazione assistita e selezionati con diagnosi genetica. Infatti anche senza queste procedure una coppia di genitori portatori del tratto talassemico ha il 75% di possibilità di generare naturalmente figli sani'. 'La tecnica di procreazione assistita, effettuata nell'agosto 2003 - è detto ancora nel comunicato - è stata realizzata nel paese straniero d'origine della signora per sua scelta, e la signora aveva espresso il desiderio che non fosse divulgata la notizia relativa al concepimento per tutela delle scelte di coppia dei genitori del paziente. A questa richiesta si è ottemperato ieri per rispetto del volere della mamma del piccolo bambino'. 'Si precisa, infine, che la modalità di procreazione - ribadisce il comunicato del Policlinico pavese - non ha avuto alcuna influenza sul risultato clinico e non si è pertanto ritenuto necessario portarla a conoscenza delle Istituzioni e della stampa. Si sottolinea ancora una volta che l'importanza del successo clinico risiede nella dimostrazione che è possibile amplificare in vitro cellule staminali adulte del cordone ombelicale e che le stesse sono funzionalmente attive'.

7 settembre 2004
Fonte: ANSA

Prestigiacomo, risultato Pavia impossibile con la legge attuale

Con la legge sulla procreazione, dice Prestigiacomo, 'non sarebbero mai nati i gemellini e il loro fratellino sarebbe stato condannato a morte'. Il ministro per le pari opportunità si riferisce a Luca, il bambino talassemico salvato con un trapianto di cellule staminali del sangue prelevato dal cordone ombelicale dei suoi fratelli e ribadisce la necessità di modificare alcune parti dell'attuale legge sottolineando, fra l'altro, che andrebbe evitato il referendum.

7 settembre 2004
Fonte: La Nuova Sardegna

Prestigiacomo contro la legge sulla fecondazione

Se l'attuale legge sulla procreazione assistita non fosse stata aggirata, recandosi all'estero per l'intervento di inseminazione artificiale, il piccolo Luca sarebbe morto. Il bambino è infatti guarito dalla talassemia con un trapianto, avvenuto a Pavia, di cellule staminali del sangue prelevato dal cordone ombelicale dei suoi fratellini, due gemellini nati dopo una selezione degli embrioni avvenuta in un laboratorio di Istanbul, secondo una tecnica vietata in Italia dalla recente legge sulla fecondazione del ministro Girolamo Sirchia. Immediate e furiose le reazioni, con i radicali che chiedono le dimissioni del ministro della Salute, accusandolo di aver mentito sulla vicenda "ingannando medici, malati e cittadini". Ma contro Sirchia si schiera anche il ministro per le pari opportunità, Stefania Prestigiacomo. Che sottolinea la necessità di modificare la legge attuale in alcune parti, evitando però di ricorrere ad un referendum, che peraltro, come afferma la Prestigiacomo "non ci serve, sarebbe lacerante"." Il caso del bimbo talassemico guarito con il trapianto delle cellule staminali prelevate dal cordone ombelicale di due fratellini, nati sani grazie alla fecondazione assistita, conferma - continua il ministro - le enormi possibilità che la ricerca scientifica offre per superare malattie fino a ieri incurabili. Credo tocchi le coscienze di ognuno sapere che oggi, con la normativa vigente sulla fecondazione assistita, quei gemellini sani non sarebbero mai nati e il loro fratellino sarebbe stato condannato alla morte".

Secondo il ministro delle pari opportunità, un clima di scontri, che si potrebbero inasprire con un referendum, "non servono certo nè a chi chiede di avere un figlio sano, nè a chi vorrebbe una buona legge. Non ci serve un referendum che abroghi una normativa che contiene aspetti positivi, ciò che è necessario è una correzione di alcuni, chiari, punti di crisi della legge che vanno contro la salute della donna e inibiscono l'uso di tecniche scientifiche ormai collaudate (il caso di Pavia docet) che consentono la guarigione di molte malattie". Quindi niente abrogazione della normativa sulla procreazione assistita, ma un'accurata correzione dei punti critici tenedo conto che deve essere il medico a decidere, come suggerisce il ministro per le pari opportunità, d'intesa con la coppia, quanti embrioni impiantare in una donna; conservare, senza limiti di tempo, gli embrioni che per impossibilità non vengano trasferiti; consentire la diagnosi preimpianto. "Dato che il corpo della donna non è una macchina - afferma il ministro - e che le donne in età fertile non sono tutte uguali, andrebbe rimessa ai medici, d'intesa con la coppia, la decisione di quanti embrioni impiantare e in che tempi, nel rispetto dei protocolli medici e scientifici già vigenti ed applicati nei centri italiani". Di conseguenza, andrebbe "permesso, in caso di impossibilità o inopportunità di trasferimento degli embrioni, la crioconservazione senza limiti di tempo".

7 settembre 2004
Fonte: Italiasalute

Guarigione da talassemia avvenuta solo grazie a diagnosi pre-impianto

Il Corriere della Sera ha diffuso un importante particolare riguardante la notizia relativa alla guarigione di Luca, il bambino talassemico di 5 anni che ha ricevuto dai fratelli gemelli la donazione di cellule staminali ottenute dal loro cordone ombelicale. Ebbene, la guarigione non sarebbe stata possibile senza la diagnosi pre-impianto che ha accompagnato il concepimento in provetta dei due gemelli e che è avvenuta a Istanbul, essendo un atto medico vietato in Italia, e considerato alla stregua di un atto eugenetico, dopo la recente approvazione della legge sulla procreazione medicalmente assistita.

Ieri mattina il particolare, non del tutto trascurabile, era stato taciuto durante la conferenza stampa che vedeva la presenza del Ministro della Salute Girolamo Sirchia, ma è stato rivelato dallo stesso specialista che si è occupato della fecondazione e che, appreso della notizia della guarigione solo dalla televisione, ha denunciato attraverso il Corriere della Sera l'omissione dell'antefatto che precedeva il trapianto avvenuto poi con successo a Pavia durante la conferenza stampa di ieri. Si tratta di Francesco Fiorentino, biologo molecolare che, in vista dell'approvazione della nuova legge, da un anno ha deciso di lasciare l'attività di diagnosi pre-impianto nel laboratorio specializzato Genoma di Roma di cui è direttore per trasferirsi in Turchia dove, con l'aiuto di un ospedale locale, ha organizzato un laboratorio genetico per evitare di attirare polemiche in Italia.

Fiorentino, uno dei migliori specialisti della diagnosi pre-impianto, dopo aver ha sottoposto ad un ciclo di fecondazione artificiale la coppia, originaria della Turchia e residente in Italia, ha creato in provetta 12 embrioni e con la diagnosi pre-impianto ha potuto selezionarne 3 compatibili, 2 dei quali perfettamente sani e un terzo solo portatore della malattia e quindi non in grado di trasmetterla. I 3 embrioni sono stati impiantati in utero e gli altri scartati. Dei 3 impiantati 2 hanno attecchito. La nascita dei due gemellini ha avuto anche un particolare valore scientifico: è la prima volta che si ottiene una doppia gravidanza da embrioni selezionati prima dell'impianto. Ne aveva dato notizia la rivista Molecular Reprocuction di giugno. La coppia ha pagato di tasca propria la metodica, molto costosa, ma Fiorentini ha precisato che i soldi sono andati al centro non praticando tali tipi specifici di attività a fini di lucro. Nella maggior parte dei paesi europei è ammessa la diagnosi pre-impianto e la legge che in Italia la vieta è ora oggetto di un'iniziativa di raccolta delle firme necessarie per presentare il referendum abrogativo.

7 settembre 2004
Fonte: L'Unità

I miracoli e le conversioni
di Carlo Flamigni

Ho letto con interesse e con grande piacere le dichiarazioni di monsignor Sgreccia e del ministro Sirchia su quella bella impresa scientifica portata a termine dai medici di Pavia e di Milano e che ha consentito di utilizzare cellule staminali derivate dal cordone ombelicale di due gemelli per curare un loro fratello malato. Non mi capita spesso di essere d'accordo con le loro dichiarazioni: qualche volta però non è così, anzi, debbo confessare che il mio animo si è riempito finalmente di una nuova fiducia. L'entusiasmo con il quale è stato accolta questa interessante innovazione terapeutica e, insieme, la sollecitudine nell'inviare un messaggio di speranza ai malati di talassemia, così numerosi nel nostro paese, mi fa capire che c'è stato un importante cambiamento di rotta su uno dei problemi che per varie ragioni, anche professionali, mi interessano di più: quello della procreazione assistita.

Vediamo insieme cosa è stato necessario fare perché i medici potessero intraprendere la cura che sembra essere stata già coronata da uno straordinario successo (dico sembra, perché sono culturalmente incapace di capire come questo successo possa essere accertato dopo così breve volgere di tempo: ma mi adatterò rapidamente). Dunque, la mamma del bambino malato è andata in un paese straniero, dove è stata sottoposta a fecondazione assistita. Non ne aveva bisogno, penso che sia una donna fertile. Ma il procedimento era necessario e vediamo perché. Dalle ovaia della signora sono stati prelevati alcuni ovociti che sono stati fertilizzati con il seme del marito. Una volta che si sono formati gli embrioni, da ciascuno di essi è stata tolta una cellula che è stata sottoposta a indagini genetiche. Gli embrioni risultati sani e compatibili con il fratellino malato sono stati trasferiti nel grembo della madre. Del destino degli altri non so niente, ma è ovvio che la loro avventura è molto probabilmente terminata. Due di questi embrioni "giusti" si sono impiantati e sono nati due gemelli, dal cui cordone ombelicale sono state prelevate le cellule staminali che hanno - tutti ce lo auguriamo - salvato il fratellino dalla sofferenza di una brutta malattia.

Dunque la tecnica ha richiesto: una fertilizzazione in vitro, un'analisi genetica pre-impiantatoria; una selezione tra gli embrioni prodotti che, confessiamolo, è in fondo un procedimento di selezione eugenetica. Di queste due cose solo la prima è consentita in Italia; tutte, invece, sono considerate moralmente illecite dalla chiesa cattolica. Siccome la promessa di guarigione fatta ai malati di talassemia è evidente in tutte le dichiarazioni che ho potuto leggere, ne devo dedurre che questa tecnica (indispensabile: senza di essa non si ottengono le cellule staminali necessarie e utili per questi specifici scopi) verrà applicata in larga scala. Perché una cosa almeno deve essere chiara: che senza la selezione di cellule staminali compatibili, la terapia non è possibile. Allora, delle due, l'una: o alla faccia delle norme vigenti e approfittando del fatto che tutti i malati di talassemia sono ricchi sfondati, li mandiamo all'estero per le stessa procedura; o il ministro Sirchia e monsignor Sgreccia verranno molto presto a firmare per il referendum abrogativo della legge 40/2004 a uno dei nostri tavoli, possibilmente alla festa dell'Unità. Perché solo dopo che la legge sarà cancellata potremo serenamente applicare tutte le tecniche di biologia e genetica necessarie a rendere possibile la cura a tutti i nostri malati. E ammetto che fa parte della mia contentezza anche aver potuto registrare la conversione di due così eminenti rappresentanti del mondo cattolico (su temi di bioetica così delicati) a posizioni considerate (a torto) squisitamente laiche e profondamente immorali.

Mi permetto di segnalare un secondo piccolo problema. Il ministro Sirchia ha dichiarato - e a ragione - che questo è un successo concreto e che le speranze sulle cellule staminali di origine embrionale, sempre speranze restano. In realtà nel nostro paese le ricerche sull'embrione sono vietate, e faccio fatica a capire come in queste condizioni le speranze si possano trasformare in qualcosa di diverso. Anche il "via libera" del Parlamento Europeo alla ricerca sulle cellule staminali embrionali è stato vanificato dalla Commissione dei ministri Europei che non ha trovato un accordo. I nostri ricercatori possono accedere ai fondi di ricerca, eseguire indagini sulle linee cellulari già pronte (in gran parte, purtroppo, inaffidabili), ma non produrre direttamente cellule staminali dagli embrioni, limitazione di non poco rilievo. Ricordo - ricordo bene, perché ho fatto parte della Commissione Dulbecco sulle cellule staminali - che il ministro Veronesi aveva promesso "trasparenza" sull'assegnazione dei fondi. So che il ministro Sirchia ha nominato una commissione su questo tema (nessuno della Commissione Dulbecco ne fa parte; l'unico bioeticista, guarda un po', è un sacerdote, padre Colombo). Ricordo che Demetrio Neri, in un articolo su Bioetica (4/2003) lamentava l'assenza di informazioni e invitava il ministro a fare chiarezza in proposito. Ebbene, sono andato sul sito dell'ISS per verificare che chiarezza fosse stata fatta. Il mio dispettoso computer si è rifiutato di andare oltre alla prima pagina (dovrebbero essere 15 pagine in tutto, ma nella ricerca delle successive mi compare sempre la scritta "there was a problem reading this document": che il mio computer sia più intelligente di quanto pensavo?) Ho così controllato le prime 8 ricerche soltanto, ma non sono riuscito a capire chi siano e dove lavorino i fortunati assegnatari dei fondi di ricerca. Forse è meglio che la trasparenza venga aumentata almeno un po'. In ogni caso è certo che non ci sono fondi per le ricerche su embrioni umani, ma solo su embrioni animali, cosa che renderà certamente felici i proprietari di gatti ammalati, ma che - per favore - non mi potete propinare come un possibile progresso nella medicina umana. E così restiamo alle teorie: che nessuno però può contestare. Le cellule embrionali sono totipotenti, le più totipotenti tra tutte le cellule e non hanno limiti di trasformazione. Qualcuno mi può dare un motivo - a parte quello religioso - per non utilizzarle?

7 settembre 2004
Fonte: Corriere della Sera

Fecondazione, 400 coppie italiane in Belgio dopo la nuova legge

Ogni giorno una o due coppie italiane si fanno visitare dallo staff di Paul Devroey, ginecologo al Centro di medicina della riproduzione nell'Ospedale Az di Bruxelles. Sono i nuovi «migranti della provetta». Partono in gran parte da Milano o comunque dalla Lombardia. Uomini e donne che combattono l'infertilità, alla ricerca di un figlio, di quella gravidanza che non riescono a ottenere in Italia, dopo l'approvazione della legge sulla fecondazione assistita. «Abbiamo fatto una proiezione - dice la dottoressa Carola Albano, siciliana, da 9 anni nell'équipe di Devroey: nei prossimi 12 mesi ci aspettiamo l'arrivo di almeno 400 coppie italiane. Tantissimi milanesi». L'Ospedale Az, che fa parte dell'università libera fiamminga (di proprietà pubblica), è considerato punto di riferimento in Europa. Ma in Belgio ci sono, comprese quelle private, altre 15 strutture tra cui spiccano l'Erasmus, sempre a Bruxelles, e l'ospedale universitario di Gand, a nord della capitale. Numeri e statistiche ufficiali non ce ne sono, ma è chiaro che i calcoli della dottoressa Albano colgono il grosso, non la totalità degli spostamenti. L'onda è partita non appena il Parlamento ha posto vincoli alle tecniche di riproduzione. Le norme ora vietano il congelamento degli embrioni; dispongono che non si possano fecondare più di tre ovociti per ciclo; escludono analisi genetiche dell'embrione, prima che sia trasferito nell'utero; infine proibiscono la cosiddetta «fecondazione eterologa» (prelievo del liquido seminale da un donatore estraneo alla coppia). Tutte queste cose, invece, sono ammesse in Belgio e, con qualche variante, in altri Paesi europei, come Gran Bretagna, Spagna, Svizzera, Austria, Slovenia, Francia e Grecia. Ma in queste settimane è a Bruxelles che si è registrato il «boom» delle prenotazioni. Ancora all'inizio dell'anno, i medici guidati da Devroey trattavano un caso alla settimana. Dalla primavera in poi il lavoro è aumentato di 4-5 volte. «Le pazienti mi raccontano che hanno sentito parlare di noi, dei nostri risultati - commenta la dottoressa Albano. Il fatto di poter congelare gli embrioni, per esempio, aumenta la possibilità di avviare la gravidanza. E l'esame dell'embrione consente di verificare che non ci siano rischi di trasmissione di malattie come l'anemia mediterranea». La catena è in moto, il passaparola, partito da Milano, corre anche via Internet. Le donne dialogano nel forum di siti come Mammeonline.net o Cercounbimbo.net. Si collegano, si confrontano e poi partono. E mettono mano al portafoglio, naturalmente. All' ospedale Az l'intervento di fecondazione in vitro, comprese le analisi genetiche dell'embrione, costa tra i 3.700 e i 4.200 euro. Un tentativo serio a Bruxelles, cioè un ciclo completo (stimolazione, prelievi e fecondazione), dura 10-12 giorni e può costare tra spese mediche, aereo e soggiorno circa 7.000 euro. Dal conto sono esclusi farmaci, ecografie, analisi del sangue.

7 settembre 2004
Fonte: Corriere della Sera

Staminali, governo diviso sull'operazione di Pavia

Dopo l'operazione di Pavia, che ha permesso a un bambino di 5 anni di guarire dalla talassemia grazie a un trapianto di cellule staminali, scoppia di nuovo la polemica sulla fecondazione assistita. Come ha rivelato il Corriere, i fratelli gemelli del piccolo, da cui sono state prelevate le cellule staminali estratte dal cordone ombelicale, sono nati dopo la selezione genetica su 12 embrioni avvenuta in Turchia. I genitori si sono sottoposti a Istanbul a un ciclo di fecondazione artificiale e alla successiva diagnosi preimpianto degli embrioni creati in provetta, una tecnica vietata in Italia. Il loro obbiettivo era di dare la vita a un figlio (sarebbero poi stati due) che non portasse tracce genetiche della terribile malattia.

PRESTIGIACOMO: SALVATA UNA VITA - «Quei gemellini sani non sarebbero mai nati e il loro fratellino sarebbe stato condannato alla morte». Così il ministro per le pari opportunità Stefania Prestigiacomo commenta la vicenda di Luca. «Il caso del bimbo talassemico guarito con il trapianto delle cellule staminali prelevate dal cordone ombelicale di due fratellini, nati sani grazie alla fecondazione assistita, conferma - continua il ministro - le enormi possibilità che la ricerca scientifica offre per superare malattie fino a ieri incurabili. Credo tocchi le coscienze di ognuno sapere che oggi, con la normativa vigente sulla fecondazione assistita, quei gemellini sani non sarebbero mai nati e il loro fratellino sarebbe stato condannato alla morte».

RADICALI: DIMISSIONI - I Radicali, che chiedono l'abolizione della legge sulla fecondazione assistita, sono subito partiti all'attaccco, chiedendo le dimissioni del ministro della Salute Girolamo Sirchia, accusandolo di aver mentito all'opinione pubblica: «Sirchia ieri indossava le penne del pavone dopo lo splendido intervento di Pavia, ma non si è fatto scrupolo - afferma il segretario dei Radicali italiani Daniele Capezzone - di celare questo episodio, ingannando medici, malati e cittadini. È l'ora che il ministro si dimetta». I Radicali hanno manifestato davanti a Montecitorio con lo slogan «Sirchia hai mentito, dimettiti».

PRECISAZIONE - Il Policlinico San Matteo di Pavia si è affrettato a precisare che «il risultato ottenuto con il trapianto di cellule staminali non è dipendente dal fatto che i due gemellini donatori fossero stati ottenuti con tecniche di procreazione assistita e selezionati con diagnosi genetica». Scrive il nosocomio in una nota: «Anche senza queste procedure una coppia di genitori portatori del tratto talassemico ha il 75% di possibilità di generare naturalmente figli sani. La tecnica di procreazione assistita, effettuata nell'agosto 2003 è stata realizzata nel paese straniero d'origine della signora per sua scelta e la signora aveva espresso il desiderio che non fosse divulgata la notizia relativa al concepimento per tutela delle scelte di coppia dei genitori del paziente».

DISSENSO - Una spiegazione da cui alcuni esperti dissentono fortemente. Per Giuseppe Novelli, genetista dell'Universitá di Roma Tor Vergata ed ex componente della Commissione Dulbecco, nel rendere noti i risultati dell'intervento si è taciuto su una tecnica chiave: «Una vergogna vietare la diagnosi preimpianto: questa tecnica è stata fondamentale per consentire la nascita di due fratellini compatibili e curare, così, il bimbo talassemico. Chiave di tutto è infatti, in questi casi, la compatibilitá fra donatore e ricevente». E il professor Carlo Flamigni, ordinario di Ginecologia all'universitá di Bologna, commenta con severitá il modo in cui è stato illustrato il caso del bimbo talassemico: «Sono semplicemente sgomento. È un caso di ipocrisia, un esempio di errore grossolano commesso dal ministro Sirchia. Un ministro che critica i medici del caso accaduto a Modena, dei gemellini neri nati da una coppia bianca, ma non si accorge che anche lui può sbagliare. E ieri l'ha fatto. Aver taciuto queste tecniche - dice Flamigni all'Adnkronos riferendosi all'inseminazione in Turchia - è un fatto davvero grave. Un grande progresso scientifico, qual è certamente l'intervento di Pavia, è frutto di una tecnica che in Italia è fuorilegge: la diagnosi pre-impianto dopo fecondazione assistita».

8 settembre 2004
Fonte: Repubblica

Crescono le coppie in coda per gli interventi d'inseminazioni impossibili in Italia

In sei mesi, il personale della clinica universitaria Dexeus di Barcellona ha finito per imparare un buon italiano. "Per forza: il giorno del nostro appuntamento, in sala d'attesa c'erano una trentina di coppie. Tutte italiane come noi. Qualcuno piangeva di rabbia e di stanchezza. Anche il professore ce l'ha confermato sorridendo: "Ormai siete i nostri clienti più assidui"...". Sonia e Dario hanno scelto la Spagna come culla del loro sogno di genitori; ma se fossero capitati in Belgio, in Austria o in Croazia non avrebbero visto scene molto diverse. "Non siamo gli emigranti della speranza. Siamo gli esiliati, gli espatriati a viva forza. Vogliono farci sentire in colpa. Ma io in colpa non mi ci sento, per una legge sgangherata. In Italia si può abbandonare legalmente un figlio, ma io che invece ne voglio uno sono fuorilegge? Sono credente, ma non mi vergogno di fronte a Dio". A 40 anni, dopo tanti tentativi, Sonia ha capito che il suo corpo non produce ovuli. Quel che non capisce è perché, con quaranta minuti di volo dalla sua Sardegna verso est, può farsene prestare uno; mentre in Italia quella richiesta è diventata improvvisamente illegale. "Tra il primo tentativo, fallito, e il secondo, è calata la mannaia della legge. A marzo, alla clinica di Bologna, imbarazzati, ci hanno detto: ci spiace, non si può più". Ma Sonia non s'è arresa: s'è informata, ha cercato, ha trovato. Tre settimane fa la visita preliminare, ora l'attesa per la chiamata. "Alla fine spenderemo, tra clinica, medicine e viaggio, più di 10 mila euro. Per noi, dipendenti statali, è tanto. Una delle coppie incontrate a Barcellona ci diceva: 'Se va male torniamo un'altra volta, ma dovremo dormire in macchina'. Ma forse è questo che vogliono quegli ipocriti che hanno scritto la legge: non vietarci un figlio, ma farci pagare il pedaggio".

Sei mesi dopo l'entrata in vigore della legge proibizionista sulla fecondazione assistita, il nomadismo procreativo è già un business europeo. Fornitore di clienti, a decine di migliaia, l'Italia: una coppia su quattro, secondo una ricerca del Forum delle associazioni di genetica e riproduzione, hanno la valigia pronta. Fornitore di servizi a pagamento: tutta l'Europa, quasi nessun paese escluso, in testa Spagna (25%), poi Inghilterra, Belgio, Svizzera, Austria e anche paesi emergenti, Croazia, Ucraina, Malta e Cipro. Una rete che s'è attivata con tempestività imprenditoriale impeccabile, diversificando l'offerta e le tariffe, che ora possono scendere fino ai 3-4mila euro, offrendo anche mete raggiungibili in poche ore d'auto dalle grandi città del nord. "Ricevo chiamate da primari stranieri che non sentivo da anni", sorride il bolognese Carlo Flamigni, uno dei padri della maternità assistita, "forse sperano che gli dirotti un po' di clienti". Gli effetti dei divieti cominciano a farsi sentire: "Da marzo le richieste di appuntamenti sono calate del 40%", sostiene Alessandro Di Gregorio, direttore del centro torinese Artes.

Ma il vero boom dell'emigrazione deve ancora esplodere secondo Andrea Borini, presidente di Cecos Italia, l'associazione tra le cliniche specializzate: "Le prime a rivolgersi all'estero sono state le coppie che hanno bisogno di una donazione di gameti (ormai più ovuli che seme maschile), pratica completamente vietata dalla legge. Ma presto anche le coppie che possono accedere alla fecondazione autorizzata si accorgeranno che le restrizioni della legge, dal divieto di congelamento degli embrioni all'obbligo di fecondare solo tre ovociti, fa calare di molto le probabilità di successo: dal 54 al 42%, secondo un nostro studio su cento casi recenti. Anche in Italia, in fondo, un intervento costa denaro e stress. Allora, per non sprecare entrambi, preferiranno anche loro spendere qualcosa in più e rivolgersi all'estero". Per non parlare del rischio di essere costretti a farsi impiantare embrioni malati, visto che la legge proibisce la diagnosi precoce. "Io sono presidente europeo della società di diagnosi embrionale pre-impianto, cioè di una cosa che in Italia è illegale", scherza con l'amaro in bocca Luca Gianaroli, direttore scientifico della Società italiana di studi di medicina della riproduzione. "Del resto, molta della nostra professionalità qui è diventata superflua. Mi chiamano da mezza Europa per avere nomi di medici e personale italiano da assumere, visto che i nostri pazienti vanno tutti da loro. Li troveranno sicuramente".

È illegale, per la legge, anche suggerire alle coppie dove andare a bussare. "Ricevo lettere da cliniche di mezza Europa, con tanto di tariffario, viaggio incluso", rivela Elisabetta Coccia dell'Università di Firenze, "ma posso solo dire alle coppie quali sono i paesi dove ciò che cercano è legale, e consigliare di stare molto attente". Insomma: arrangiarsi. "Si arrangiano come possono, e noi le aiutiamo come possiamo", dice Monica Soldano di Mamma provetta, associazione e sito internet di auto-aiuto tra aspiranti genitori. "Il nostro consiglio: rivolgetevi alle strutture pubbliche, e ricordate che non siete clandestini né delinquenti: pretendete garanzie su tutto. Però poi, dove andare alla fine lo decidono scambiandosi consigli sui newsgroup". E i rischi di capitare male non sono pochi. Emanuele Levi Setti della clinica Humanitas di Milano non credeva ai suoi occhi "quando mi è capitato in mano il dépliant di una clinica svizzera che reclamizzava gli ovuli delle sue donatrici ucraine, "le donne più belle d'Europa". Dicono che è una legge contro il Far West: e questo cos'è?".

A Modena manifesti dell'Udc con la faccia di Hitler paragonano ai nazisti gli oppositori della legge. Ma Francesca, modenese, non si lascia turbare: "Io sono sposata da 23 anni, in chiesa. L'ho chiesto anche al mio parroco: voglio un figlio, sono una criminale? Mi ha dato ragione. Gli ipocriti sono loro, che sanno benissimo che noi spendiamo tutto, andiamo all'estero, ma non rinunciamo. A maggio ho fatto il quarto tentativo, in Spagna. Adesso sono incinta. E sono felice".


Fonte: Fonti varie 7 settembre 2004