Una donna italiana affetta dalla 
malattia di 
Charcot-Marie-Tooth metterà al mondo una bambina sana grazie alla 
diagnosi preconcepimento , un tecnica di 
diagnosi 
prenatale effettuata non sull’embrione (
pratica vietata nel 
nostro paese dalla legge 40) ma sull’ovulo. La donna ha avuto un’altra 
bimba, che oggi ha cinque anni, nata anch’essa perfettamente grazie alla 
diagnosi 
preimpianto in un un momento in cui nel nostro paese questa non era 
vietata. Dopo l’approvazione della legge 40 però la donna, che attualmente è al 
terzo mese di gravidanza, aveva dovuto andare in Turchia per cercare di avere un 
secondo figlio. 
A realizzare il sogno della futura mamma sono stati però il 
biologo molecolare italiano Francesco Fiorentino , direttore 
del laboratorio Genoma di Roma, ed Ermanno Greco direttore del Centro di 
procreazione assistita dell’European Hospital capitolino, 
mediante la Diagnosi genetica preconcepimento 
(PCGD). La tecnica è stata illustrata sul numero di Gennaio 
della rivista “Prenatal Diagnosis” e prevede che l’analisi 
venga condotta sul globulo polare, una cellula che viene 
prodotta durante l’ovulazione e che può dare informazioni sul patrimonio 
genetico della donna. In questo modo tutti gli embrioni ottenuti 
saranno sani poichè derivanti da cellule uovo che non 
presentano alcuna anomalia. 
Sono già 80 le coppie in attesa di questo tipo di analisi che 
permetterà di limitare fortemente il fenomeno, sempre crescente, del 
turismo 
procreativo e che è affidabile al pari della 
diagnosi 
preimpianto condotta sugli embrioni. Tuttavia la tecnica permette di 
diagnosticare solo l’eventuale presenza di 
anomalie 
genetiche e cromosomiche di origine materna e resta irrisolto il 
problema delle coppie portatrici di patologie ereditarie non infertili per le 
quali la speranza resta racchiusa nella modifica della legge 40. Attualmente è 
possibile diagnosticare attraverso la diagnosi genetica preconcepimento, un buon 
numero di patologie fra cui la 
corea di Huntington, la 
Sindrome dell’X fragile e la 
fibrosi cistica. 
 
 Scritto da Salvina 
Granatelli 
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