Il
fattore V attivato è un cofattore essenziale per l'attivazione della protrombina
(fattore II) a trombina. Il suo effetto pro-coagulante è normalmente
inibito dalla Proteina C attivata che taglia il fattore V attivato in tre
parti. Un sito di taglio è localizzato nell'aminoacido arginina alla
posizione 506.
Una mutazione del gene che codifica per il fattore V, a livello
della tripletta nucleotidica che codifica per l'arginina in 506 ( nucleotide
1691), con sostituzione di una G (guanina) con una A ( adenina),
comporta la sostituzione dell'arginina con un altro aminoacido, la glutammina
che impedisce il taglio da parte della Proteina C attivata. Ne consegue una
resistenza alla proteina C attivata (APC) nei test di laboratorio ed una
maggiore attività pro-coagulante del fattore V attivato che predispone alla
trombosi. Tale variante G1691A è definita variante di Leiden
(località in cui fu scoperta), ed ha una frequenza genica dell’ 1,4-4,2%
in Europa con una frequenza di portatori in eterozigosi in Italia pari al
2-3%, mentre l’omozigosità per tale mutazione ha un’incidenza di
1:5000. I soggetti eterozigoti hanno un rischio 8 volte
superiore di sviluppare una trombosi venosa, mentre gli omozigoti
hanno un rischio pari ad 80 volte. Tale evento trombotico è favorito in
presenza di altre condizioni predisponenti quali la gravidanza, l'assunzione di
contraccettivi orali (rischio aumentato di 30 volte negli eterozigoti e di
alcune centinaia negli omozigoti), gli interventi chirurgici. In gravidanza una
condizione genetica di eterozigosi per il Fattore Leiden è considerata
predisponente all'aborto spontaneo, alla eclampsia, ai difetti placentari , alla
Sindrome HELLP (emolisi, elevazione enzimi epatici, piastrinopenia).
Tali manifestazioni sarebbero legate a trombosi delle arterie spirali uterine
con conseguente inadeguata perfusione placentare. I soggetti portatori di
mutazione del Fattore V di Leiden dovrebbero pertanto sottoporsi a profilassi
anticoagulativa in corso di gravidanza o in funzione di interventi chirurgici ed
evitare l'assunzione di contraccettivi orali.
Riepilogo
informazioni sulla patologia:
Frequenza:
|
2-3%
della popolazione italiana |
Gene
Investigato: |
Fatore
V, mutazione G1691A |
Rischio
Stimato: |
8
volte superiore (eterozigoti), 80 (omozigoti) |
Metodica
Impiegata: |
Sequenziamento
Automatico |
Referto:
|
Relazione
Tecnica |
Consenso
informato: |
Non
necessario |
Diagnosi
Prenatale: |
Possibile |
Consulenza
genetica: |
consigliata |
Campioni biologici su cui è possibile eseguire il test:
Prelievo
ematico in EDTA |
2
ml |
Liquido
Amniotico |
10
ml |
Villi Coriali |
10
mg |
Spot ematico |
2-3
gocce |
Tampone buccale |
2
tamp. |
DNA
|
2
ug |
|