Molecular Genetics | ||||||||||||||||||||||||
Apolipoprotein E (ApoE): E2, E3, E4 alleles Genotyping |
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La
malattia di Alzheimer é una malattia degenerativa delle cellule
cerebrali che provoca demenza, cioè un declino progressivo delle funzioni
intellettive e della memoria, con alterazioni della personalità e del
comportamento. Le persone malate perdono progressivamente la loro autonomia,
fino a diventare totalmente dipendenti dagli altri per le necessità più
elementari, come lavarsi, vestirsi, mangiare. Si può fare una prima importante distinzione fra le forme di Alzheimer sporadiche e quelle familiari. Le forme sporadiche sono la maggioranza (circa il 75%): sporadico significa che la malattia colpisce un solo membro di una famiglia. Tutti casi di Alzheimer che non presentano familiarità vengono considerati come sporadici. Nelle forme familiari (il restante 25% dei casi) più persone sono invece colpite nella stessa famiglia. Le forme familiari si possono a loro volta suddividere in:
Informazioni importanti sono arrivati dallo studio delle forme familiari di Alzheimer, per le quali sono state identificati alcuni geni che se mutati possono causare la malattia:
Di recente, sia per le forme familiari che per quelle sporadiche, accanto all’esame clinico, che resta fondamentale, è stato introdotto anche un esame genetico per un particolare allele – l’allele 4 - del gene della ApolipoproteinaE (APOE). L’APOE è una proteina plasmatica, coinvolta nel trasporto del colesterolo, che si lega alla proteina amiloide,e della quale esistono tre forme: APOE2, APOE3, APOE4, codificate da tre diversi alleli (E2, E3, E4). Diversi
studi hanno mostrato che l’allele 4 (E4) è più frequente nelle
persone affette da Alzheimer rispetto a quelle sane; la presenza del genotipo E4
determinerebbe un aumento di circa tre volte il rischio di sviluppare la
malattia nelle forme ad esordio tardivo, familiari e sporadiche. Il genotipo
APOE2 avrebbe invece un effetto protettivo nei confronti della malattia. La genotipizzazione
dell'APOE, tuttavia, fornisce un dato solamente indicativo e non basta da
solo a elaborare la diagnosi: infatti, quasi la metà delle persone affette non
possiede questo allele, che d’altra parte può essere presente anche in una
piccola percentuale di persone sane.
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