La
distrofia miotonica è la forma più frequente di distrofia nell'adulto,
anche se a volte esordisce nell'infanzia. La malattia è caratterizzata da
perdita progressiva della forza muscolare e da miotonia. Per miotonia si indica
una contrazione muscolare che persiste anche dopo la cessazione dello stimolo
volontario: in altre parole, è come se il muscolo non "capisse" che
il segnale nervoso è cessato e che è ora di rilasciarsi. L'età di esordio e
la gravità della malattia sono variabili nei diversi pazienti e anche
all'interno della stessa famiglia. Nei casi più gravi la malattia si può
presentare alla nascita, si parla allora di una forma congenita. In altri casi,
la comparsa può avvenire anche verso i 40-50 anni.
La malattia è causata da un'anomalia in un gene situato sul cromosoma 19,
che codifica per la proteina miotonina-protein-chinasi (MT-PK).
L'anomalia consiste nel fatto che una sequenza di 3 basi nucleotidiche
del gene si è espansa fino ad alcune migliaia di volte, compromettendo
l'attività del gene. Tanto maggiore è il numero di ripetizioni di questa
sequenza, tanto più precoce è l'esordio e più grave il quadro clinico della
malattia. Inoltre, dal momento che l'espansione è instabile e tende ad
aumentare nella trasmissione da genitore a figlio, nelle famiglie in cui la
malattia è presente si osserva un'insorgenza sempre più precoce e un
aggravamento dei sintomi con il passare delle generazioni.
L'analisi del DNA è raccomandata a tutte le persone delle famiglie in
cui esistono casi della malattia, comprese quelle che non manifestano alcun
sintomo.La malattia viene ereditata come carattere autosomico dominante:
i soggetti affetti hanno quindi una probabilità del 50% di trasmetterla
ai figli, indipendentemente dal sesso.
In una certa misura, tramite l'analisi del DNA, oltre che effettuare la diagnosi
della patologia, é possibile prevedere l'evoluzione della malattia nei pazienti
osservando l'estensione delle ripetizioni di nucleotidi. In linea del tutto
generale, più le ripetizioni sono estese, più alta sarà la possibilità di
sviluppare una forma grave. Sulle gravidanze a rischio é possibile ricorrere
alla diagnosi prenatale, per accertare se il feto ha ereditato la
mutazione e, in caso positivo, é possibile fare previsioni di massima
sull'epoca di insorgenza e la gravità della malattia.
Riepilogo
informazioni sulla patologia:
Frequenza:
|
1/10.000
nati vivi |
Gene
Investigato: |
MT-PK |
Metodica
Impiegata: |
PCR
Fluorescente (espansione triplette) |
Referto:
|
Relazione
Tecnica |
Consenso
informato: |
Non
necessario |
Diagnosi
Prenatale: |
Possibile |
Ereditarietà:
|
autosomica
dominante |
Consulenza
genetica: |
consigliata |
Campioni biologici su cui è possibile eseguire il test:
Prelievo
ematico in EDTA |
2
ml |
Liquido
Amniotico |
10
ml |
Villi Coriali |
10
mg |
DNA
|
2
ug |
|