La
sordità può essere determinata da fattori genetici ed ambientali. Se si
escludono le forme genetiche, una sordità può essere conseguenza di infezioni
perinatali (contratte durante la gravidanza o nel periodo successivo alla
nascita), di traumi acustici o cerebrali o all'uso di farmaci tossici per
l'orecchio (ototossici).
La sordità può essere l'unico sintomo presente (forme non sindromiche)
o accompagnarsi ad altri segni e sintomi (forme sindromiche). La maggior
parte delle forme non sindromiche è dovuta a cause genetiche. Nella sordità
sindromica sono presenti altri segni e/o sintomi che definiscono alcuni quadri
abbastanza comuni quali la sindrome di Alport, la sindrome di Waardenburg, la
sindrome di Usher e la sindrome di Pendred, oltre ad altre meno frequenti.
Esistono molte forme di sordità genetica con diverse modalità di trasmissione:
-
autosomica
recessiva in circa il 75% dei casi;
-
autosomica
dominante in circa il 20%;
-
legata
al cromosoma X in circa il 5%;
-
mitocondriale
in meno dell'1%.
I
geni o le regioni cromosomiche (loci) associate alle varie forme di sordità
genetica non sindromica sono indicati con la sigla DFN, dall'inglese DeaFNess:
-
DFNA
per le forme ad eredità autosomica dominante;
-
DFNB
per le forme ad eredità autosomica recessiva;
-
DFN
per le forme ad eredità recessiva legata al cromosoma X.
Sono
stati finora identificati 19 geni responsabili di diverse forme di sordità
ereditaria. Molti altri non sono ancora stati identificati, per questo motivo al
momento non sempre è possibile nei soggetti affetti definire la forma specifica
di sordità ed identificare l'alterazione del DNA (mutazione)
responsabile della patologia. Inoltre, alcune forme sono particolarmente rare
tanto da essere descritte solo in singole famiglie.
Il gene connessina 26 (Cx26, indicato anche con la sigla GJB2,
gap-junction protein beta 2), identificato nel 1997, è il responsabile
di circa l'80% dei casi di sordità autosomica recessiva (in
Italia e Spagna addirittura dell'90% dei casi). Le connessine sono una famiglia
di proteine presenti sulla membrana cellulare, dove formano dei canali necessari
per gli scambi e la comunicazione tra cellule.
Questo gene è coinvolto in due diverse forme di sordità non sindromica: DFNB1
e DFNA3. Mentre la forma DFNA3 è molto rara, la DFNB1 è la più
frequente forma ad eredità autosomica recessiva. Si tratta di una forma congenita
(presente già alla nascita) di sordità moderata o profonda, generalmente non
progressiva. Per questo l'analisi molecolare del gene connessina 26 può
essere molto utile per diagnosticare una sordità congenita ereditaria.
Il gene COCH è probabilmente il gene più frequentemente coinvolto in
casi di sordità non sindromica ad eredità autosomica dominante (DFNA9).
Si tratta di una forma progressiva che inizialmente interessa soprattutto le
alte frequenze e che comporta anche disturbi dell'equilibrio (vertigini) a causa
del coinvolgimento di strutture dell'orecchio interno. La funzione del gene COCH
non è ancora del tutto nota, ma nell'orecchio interno delle persone affette
sono stati evidenziati depositi di lunghe molecole zuccherine (mucopolisaccaridi),
probabile causa della degenerazione delle fibre nervose.
Il gene POU3F4 è il maggior responsabile delle forme legate al cromosoma
X. Le informazioni contenute in questo gene servono probabilmente per la
produzione di un fattore importante per lo sviluppo del sistema nervoso.
Il gene 12S rRNA non si trova sui cromosomi ma è contenuto nel DNA dei
mitocondri. E' responsabile della forma più frequente di sordità ad eredità mitocondriale.
Oltre alla valutazione clinica e strumentale, il medico può utilizzare
l'analisi molecolare come conferma diagnostica nei casi in cui il gene
responsabile della forma di sordità in questione sia noto.
L'analisi molecolare permette di analizzare il DNA alla ricerca di
mutazioni nei geni noti. L'analisi molecolare si può inoltre eseguire nei
familiari delle persone affette al fine di identificare i portatori sani della
mutazione.Dato che non tutti i geni responsabili delle numerose forme di sordità
ereditaria sono stati identificati, non sempre l'analisi molecolare permette di
identificare l'alterazione che causa la malattia.
LIVELLO
DIAGNOSTICO
Principali
mutazioni
DESCRIZIONE
TECNICA DELL'ANALISI
L’analisi di mutazione del DNA viene condotta operando inizialmente una reazione enzimatica di amplificazione del DNA, conosciuta come Polymerase Chain Reaction (PCR), che consente di amplificare in vitro una specifica regione della molecola, copiandola in varie fasi successive, fino ad ottenerne milioni di copie.
In tale maniera viene amplificata la regione codificante e parte della regione intronica per ciascun esone del gene
investigato(CX26); successivamente i prodotti di PCR così ottenuti vengono sottoposti ad analisi di sequenza automatizzata mediante l'impiego di un sequenziatore automatico a tecnologia fluorescente (ABI PRISM 310 Genetic Analyzer). L'analisi di mutazione viene eseguita confrontando le sequenze ottenute per il campione in esame con un campione non mutato (wild type).Â
MUTAZIONI
INVESTIGATE
Nome
Mutazione
|
Descrizione
|
Nome
Mutazione
|
Descrizione
|
31del14
|
del
of 14 nt at 31
|
G45E
|
G
to A at 134
|
31del38
|
del
of 38 nt at 31
|
E47X
|
G
to T at 139
|
G12V
|
G
to T at 35
|
167delT
|
del
of T at 167
|
35delG/30delG
|
del
of G at 30-35
|
Q57X
|
C
to T at 169
|
35insG
|
insertion
of G at 30-35
|
176-191
del16
|
deletion
of 16 bp at 176
|
W24X
|
G
to A at 71
|
Y65X
|
C
to G at 195
|
M34T
|
T
to C at 101
|
R75Q
|
G
to A at 224
|
V37I
|
G
to A at 109
|
W77R
|
T
to C at 229
|
W44C
|
G
to C at 132
|
W77X
|
G
to A at 231
|
W44X
|
G
to A at 132
|
235delC
|
del
of C at 235
|
Riepilogo
informazioni sulla patologia:
Frequenza:
|
1/1.000
nati; in circa il 60% dei casi si tratta di forme di sordità genetica |
Gene
Investigato: |
CX26
(GJB2) |
Metodica
Impiegata: |
Sequenziamento
Automatico |
Referto:
|
Relazione
Tecnica |
Consenso
informato: |
non
necessario |
Diagnosi
Prenatale: |
Possibile |
Ereditarietà:
|
Autosomica
recessiva |
Consulenza
genetica: |
consigliata |
Campioni biologici su cui è possibile eseguire il test:
Prelievo
ematico in EDTA |
2
ml |
Liquido
Amniotico |
10
ml |
Villi Coriali |
10
mg |
DNA
|
2
ug |
|