INDAGINE SULL'EMBRIONE
INDAGINE SULL'EMBRIONE
A cura di Alessandra Tedesco
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- L'intervista di Alessandra Tedesco
Se la legge 40 vieta la diagnosi pre-impianto, la diagnosi pre-impianto
"vieta" la legge 40. Non è un giro di parole, ma il risultato delle ricerche del
Genoma Molecular Genetics Laboratori, centro romano guidato da Francesco
Fiorentino. È loro la scoperta di una tecnica di fecondazione che "aggira" i
limiti della legge: la diagnosi pre-impianto non viene fatta sull'embrione, ma
sull'ovocita, prima che il concepimento sia avvenuto. E così, da oggi le coppie
portatrici di malattie genetiche potranno evitare il rischio di avere figli
malati, senza far inorridire i difensori dell'etica e della "vita" a tutti i
costi.
Di fatto questa tecnica permetterebbe di selezionare e di
utilizzare nei cicli di fecondazione assistita solo quegli ovociti sani,
prodotti dalla madre e di scartare quelli malati. In questo modo gli embrioni
creati nel corso di un ciclo di fecondazione assistita sarebbero tutti sani e la
mamma non rischierebbe poi di far nascere un bambino malato, o di interrompere
la gravidanza dopo analisi prenatale.
Non si tratta però di pura ricerca.
La scoperta ha già la sua piccola erede: si tratta di una donna, affetta da una
grave malattia genetica neurologica, la sindrome di Charcot Marie Tooth, che è
ora incinta di dodici settimane: la bambina non sembra presentare alcun
problema. Una rivoluzione che non costringerà più a fuggire all'estero chi vuole
avere un figlio e risparmiargli la propria malattia ereditaria. «Ora - ha
spiegato Fiorentino - si potrà evitare questo triste fenomeno di turismo
procreativo e anche in Italia queste persone potranno essere aiutate».